Teatro Rasi e stagione di prosa affidati a un bando per produzione e gestione

In ballo quasi mezzo milione di euro con Ravenna Teatro in corsa, ma non sono escluse partecipazioni “esterne”

AlbeFino a oggi in convenzione come le altre realtà culturali, Ravenna Teatro gestisce da anni lo spazio del teatro Rasi e la stagione di prosa del teatro Alighieri ed è forse la realtà in città per cui la novità è più consistente. Infatti, per la prima volta, questa cifra, pari complessivamente a 465mila euro, verrà messa a bando.

Le linee di indirizzo, come ha spiegato l’assessora alla Cultura Elsa Signorino in consiglio comunale, «individuano per la ricerca del partner nella gestione del Teatro Rasi un operatore qualificato, con alta professionalità con l’obiettivo di consolidare il profilo del Rasi come centro di produzione teatrale, di ricerca e sperimentazione, luogo di rassegne didattiche di alto profilo educativo, centro per la programmazione della stagione di prosa che si svolgerà prevalentemente al Teatro Alighieri».

Anche in questo caso, le linee di indirizzo della convenzione riguardano il quinquennio 2018/2022. E Ravenna Teatro, che ha annunciato di voler partecipare, appare oggettivamente come assai qualificata per puntare a una riconferma, nonostante in questo caso (a differenza delle convenzioni di importi minori, dove è stata possibile una maggiore elasticità nel definire i requisiti) non sia specificato che chi concorre deve aver lavorato sul territorio ravennate. E dunque potrebbero presentarsi anche altri soggetti “esterni”. Si legge infatti che «verranno utilizzati criteri di valutazione tecnico qualitativi come la pregressa esperienza artistica e la metodologia organizzativa proposta (massimo 30 punti); qualità del progetto culturale per i prossimi cinque anni e per il 2018 (punteggio massimo 70). La finalità della gestione deve essere quella di consolidare la produzione teatrale e realizzare un’adeguata programmazione, valorizzare il teatro e lo spettacolo dal vivo, la ricerca e le forme di sperimentazione artistica, garantendo presso il Teatro Rasi la presenza di un nucleo di produzione teatrale».

È prevista una clausola di salvaguardia per consentire, qualora la complessa procedura non si concluda in tempo utile, la realizzazione della stagione teatrale 2017/2018 in capo alla attuale gestione. Per lo stesso motivo si prevede analoga possibilità di proroga nel caso entro l’1 settembre 2022 non sia già individuato il nuovo gestore.

Ed è proprio in virtù di questa clausola di salvaguardia che Ravenna Teatro, sebbene in forte ritardo rispetto a tutti gli anni precedenti, ha potuto presentare la “Stagione dei teatri” che prevede dodici spettacoli in abbonamento e otto extra tra Rasi e (soprattutto) Alighieri.

Al dirigente Tarantino che ha firmato il bando abbiamo girato la domanda che ha posto, in consiglio comunale (dove anche le forze che hanno votato in modo contrario hanno in generale espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto da Ravenna Teatro), in particolare Ravenna in Comune: perché non dividere gestione e produzione? «Chi conosce il teatro – ci ha riposto – sa bene quanto testo e messinscena siano legati a doppio filo allo spazio scenico in cui nasce uno spettacolo e credo che questo si sia peraltro visto bene con il lavoro svolto da Ravenna Teatro al Rasi».

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