Caro Igor, dove sei?

Andrea AlberiziaIn pochi hanno voglia di dirlo e a molti non fa piacere che si dica, ma per raccontare con una sola parola la caccia dello Stato a quello che è passato alle cronache come “Igor il Russo” è il caso di ricorrere al termine figuraccia.
Comprensibile che gli uomini delle istituzioni non gradiscano vederla sotto questo profilo. Ma pur mettendo in campo tutta la comprensione delle difficoltà, degli scherzi del destino, dei mille anfratti offerti dalla Bassa, dell’eventuale supporto di complici, resta il fatto che un uomo solo è sfuggito alla rincorsa di un maxi dispiegamento di corpi speciali. Di recente il colonnello al comando del reparto operativo dei carabinieri di Ravenna, in procinto di trasferirsi a Rimini, ha espresso la sua convinzione sull’esito favorevole delle ricerche dell’uomo accusato di diversi omicidi e sospettato anche per gli ultimi due delitti irrisolti nel Ravennate: il venditore ambulante senegalese Mor Seye ucciso a colpi di pistola a Casalborsetti il 12 settembre 2015 e il vigilante Salvatore Chianese ucciso a fucilate a Savio il 30 dicembre 2015. Da uomo dell’Arma è comprensibile la fiducia nell’istituzione. Forse però ci conviene che Igor rimanga un fantasma.

Le malelingue direbbero che conviene un po’ agli inquirenti perché fin quando è latitante gli si può attribuire di tutto, da Ustica in poi, con un certo sollievo. In realtà la figuraccia ha avuto un indiretto effetto positivo per la popolazione. Il numero di furti e rapine commessi nell’ultimo periodo è precipitato. Tra gli investigatori si è fatta largo una spiegazione empirica: il massiccio stanziamento di uomini e mezzi andato avanti per settimane e settimane con posti di blocco sulle strade e rastrellamenti per le campagne ha scoraggiato chi era abituato a muoversi per delinquenza di piccolo cabotaggio. Ipotesi che regge, se ci pensate.
Giornali e tv per giorni e giorni non hanno fatto altro che raccontare quanti elicotteri e quante pattuglie fossero in servizio. Se foste pendolari del crimine, sareste venuti da queste parti? Se foste indigeni del crimine, avreste messo il naso fuori di casa? Al netto di tutti questi ragionamenti, però, a guardarla dal versante ravennate la vicenda lascia un po’ di amarezza: se è stato Igor ad accoppare il venditore e il vigilante vuol dire che c’è un assassino libero, se non è stato lui vuol dire che ci sono due morti ancora senza un assassino dopo due anni.

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