“Chiamata alle arti”: Cristina Muti cerca giovani creativi, dalla fotografia al rap Seguici su Telegram e resta aggiornato È possibile iscriversi fino al 30 aprile. In palio, visibilità al museo Classis Quattro giornate per vivere l’arte e condividerla: in occasione di Ravenna Festival 2024, Cristina Mazzavillani Muti invita giovani e giovanissimi al Museo Classis dal 17 al 20 giugno, per disegnare insieme uno spazio libero di confronto, crescita e scambio. La Chiamata alle arti, dedicata ai creativi di oggi e del futuro (fino a 25 anni e senza età minima), è aperta a una varietà di linguaggi – dalla fotografia al video, dalla poesia al rap e alla trap, dalle arti visive tradizionali a quelle più innovative, dal mosaico fino alla composizione musicale… Attraverso cinque sezioni, la Chiamata da una parte raccoglierà opere inedite, destinando le migliori ad essere esposte o eseguite negli spazi di Classis, dall’altra offrirà l’occasione di nuovi momenti creativi nel Museo, dando così vita a un ricco programma di appuntamenti, inclusi concerti e performance. Con la direzione artistica di Michele Marco Rossi e Anna Leonardi, il progetto di Cristina Muti si colloca nel solco dell’attenzione sempre dimostrata per i giovani e coltivata negli anni attraverso tante iniziative mirate. È possibile iscriversi, secondo le modalità indicate per ogni sezione, fino al 30 aprile, inviando domanda e materiali a chiamataallearti2024@ravennafestival.org (la descrizione del progetto e delle sue sezioni, così come la domanda, è reperibile sul sito ravennafestival.org). Le cinque sezioni. La sezione fotografia ha per tema il rapporto tra comunità umane e il Mediterraneo, mentre la categoria video raccoglierà lavori ispirati a due brani per violoncello solo, Kottos (1977) di Iannis Xenakis e Obstinate (2022) di Georges Aperghis. La sezione per poesia, rap e trap non prevede un tema ma si propone di esplorare il terreno comune fra queste arti, ovvero la musicalità della costruzione testuale e l’operazione linguistica capace di veicolare contenuti del vissuto sociale. Attorno al tema Invocazione, legato a Sette parole della compositrice Sofia Gubaidulina, si raccoglieranno invece lavori che spaziano da composizioni musicali a testi, da opere visive a qualsiasi altro linguaggio. La sezione di arti visive si distingue per l’assenza di selezione: tutti i partecipanti sono invitati a prendere parte a Another Bach in the Wall, un momento di creazione collettiva, a cui si unirà anche il pubblico, sulle note di Johann Sebastian Bach. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Al Granaio la mostra di Andrea Tassinari Al via al teatro Binario la rassegna "Sipario 13" Al museo delle Cappuccine cinque incontri dedicati alla cultura giapponese Seguici su Telegram e resta aggiornato