Sindacati: «Cortocircuito legislativo preoccupante, sciopero di 24 ore nei porti»

I lavoratori del settore incrociano le braccia il 15 dicembre: «Servono strumenti strutturali flessibili di intervento»

Porto

Un rimorchiatore al porto San Vitale

Uno sciopero nazionale di 24 ore dell’intero settore portuale è stato proclamato per il prossimo 15 dicembre dalle tre sigle sindacali di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil-Trasporti) che esprimono forti preoccupazioni per gli ultimi interventi legislativi che stanno modificando l’organizzazione del settore.

Il punto di partenza è il decreto legsilativo 169/16 che ha riformato la legge 84/94: «C’è ora necessita di strumenti strutturali flessibili di intervento a sostegno e governo dei processi e delle politiche attive – scrivono i sindacati – in virtù delle nuove sfide rappresentate dalla penetrazione delle compagnie di shipping nella proprietà dei terminal, dalla concentrazione del mercato e del gigantismo navale, dall’automazione sempre più spinta delle operazioni portuali senza dimenticare che il lavoro portuale presenta caratteristiche usuranti che necessitano di misure di tutela oggi non esistenti».

Per queste ragioni Filt, Fit e Uilt hanno offerto il loro contributo a definire un testo organico di proposte emendative al correttivo del Dlgs 169/16, volto a far fronte alle nuove esigenze della portualità italiana, attraverso la riqualificazione e formazione nonché azioni di sostegno al reddito volte all’accompagno all’esodo dei lavoratori: «Le commissioni competenti di Camera e Senato, nell’esercizio delle loro funzioni, hanno espresso parere favorevole sullo schema di decreto in parola condizionandolo al recepimento di modifiche sostanziali, tra le quali la previsione che le misure sopra richiamate siano dedicate a problematiche che coinvolgono la generalità dei lavoratori. Uno schema di decreto legislativo frutto del confronto tra il Mit e le organizzazioni del cluster marittimo sull’insieme delle problematiche legate al lavoro portuale che va a sovrapporsi con il testo della legge di bilancio trasmesso contestualmente dal Senato della Repubblica alla Camera dei Deputati recante, tra l’altro, una modifica dell’art. 17, comma 15-bis della legge 84/94 riguardante le imprese e le agenzie che erogano la fornitura del lavoro nei porti creando un pericoloso “ingorgo” dagli esiti assolutamente incerti per i lavoratori dei porti».

Le segreterie nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil-Trasporti «esprimono fortissime preoccupazioni per l’inevitabile cortocircuito legislativo procurato che intacca i provvedimenti, contenuti nel “Correttivo Porti” volti a rilanciare il lavoro portuale attraverso misure strutturali ed ampie, e chiedono al Governo di risolvere questo ingorgo legislativo e di riprendere il buon lavoro svolto dalle Commissioni di Camera e Senato sul testo correttivo del Dlgs. 169/16».

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