Confindustria: Il 27% delle imprese ha perso un quinto del fatturato nel 2020

L’associazione di categoria indaga sugli effetti prolungati della pandemia. Sette su dieci stanno utilizzando lo smart working

Smartworking

Smartworking (immagine di repertorio)

Con il riacuirsi dell’emergenza sanitaria e l’adozione di nuovi provvedimenti per contenere la seconda ondata di coronavirus, continuano a cambiare le condizioni di lavoro e gli scenari nazionali e internazionali: l’associazione ha quindi ascoltato le imprese, tramite il proprio Centro studi, per una lettura aggiornata di una situazione sempre più fluida e incerta.
All’indagine ha partecipato il 18% delle aziende associate a Confindustria Romagna, alla vigilia del provvedimento che ha posto la regione in fascia arancione.

Emerge un quadro decisamente negativo, come prevedibile, nelle previsioni del fatturato 2020 rispetto al 2019, dove un 27% degli intervistati ha dichiarato di aver perso fino al 20% dei propri ricavi. Per le previsioni di fatturato 2021 sul 2020 si intravede un recupero, con un 24,1% che stima un aumento fino al 10%, anche se questa aspettativa è strettamente dipendente dall’andamento della curva epidemiologica e dai tempi di arrivo del vaccino.

C’è però una spiccata propensione alla reattività: rispetto a marzo scorso, il 61,3% degli intervistati si ritiene abbastanza pronto a fronteggiare nuove restrizioni, e l’8,8% molto. Sull’andamento dell’attività aziendale la seconda ondata ha influito poco per il 40,1% dei rispondenti, abbastanza per il 39,4% e molto per il 13,9%. Solo per il 6,6% non si sono riscontrate criticità.

Sembra meno critica la situazione sulle esportazioni: il fatturato da export del 2020 rispetto a quello del 2019 è stabile per il 35,1%, dove un 16,1% degli intervistati ha dichiarato di aver perso fino al 20% dei propri ricavi. Per l’anno prossimo il 19% che prevede un aumento fino al 10%.
La quasi totalità delle aziende intervistate ha favorito l’utilizzo del lavoro smart, e il 70% degli intervistati sta utilizzando attualmente questo strumento, soprattutto nei settori terziario, turismo, informatica e studi di consulenza.

Le principali difficoltà che le aziende associate temono di incontrare sono principalmente quelle legate alle vendite sul mercato nazionale (73,7%) e sul mercato estero (41,6%). Notevoli anche le difficoltà attese sul fronte degli incassi (39,4%).

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