Pd, la carica del segretario provinciale: «Noi patrioti, a destra arruffapopoli»

Barattoni rieletto al Pala De André al termine di un congresso provinciale che ha visto partecipare mille persone

Alessandro Barattoni. Assemblea PD Dicembre 2021Si è concluso lunedì, con l’assemblea provinciale tenutasi al Pala De Andrè, il congresso provinciale del PD di Ravenna.

Dopo il rinnovo dei segretari dei circoli e di quelli comunali, nel corso della riunione del dicembre è stata proclamata la rielezione alla segreteria provinciale di Alessandro Barattoni, candidato unitario e segretario uscente, eletto per la prima volta nel 2017.

Si è poi votata la nuova direzione provinciale e il tesoriere.

«Abbiamo fatto 3 assemblee pubbliche, 69 assemblee congressuali, mille partecipanti, in tutti i comuni della provincia – ha detto nella sua relazione Alessandro Barattoni -. Risultati che possono apparire scontati ma dopo anni di destrutturazione della politica in generale e dei partiti in particolare sono da valorizzare e sottolineare. Quello di questi anni è stato un lavoro collettivo, straordinario per la difficoltà e la diversità delle sfide che abbiamo affrontato dal 2017. Perché in pochi anni è cambiato tanto, e tantissimo ancora cambierà».

«In questi ultimi mesi abbiamo visto la destra italiana accarezzare il pelo di tutti gli egoismi, che si trattasse di restrizioni, di un’ora in più di apertura, di campagna vaccinale o di green pass: messaggi diversi a interlocutori diversi cercando di raccattare consenso nelle difficoltà. Loro si sono comportati da arruffapopoli, noi ci siamo comportati da patrioti. Noi abbiamo pensato sbagliassero e così hanno pensato gli italiani».

«Siamo stati premiati nelle ultime elezioni amministrative in tutta Italia e nella nostra Ravenna dove il Pd e le coalizioni di centrosinistra sono stati vincenti. Con candidati forti certo, visioni di città nette e definite ma siamo stati premiati anche per l’atteggiamento serio e rigoroso e oggi ci aspetta, al di là del PNRR, una ricostruzione di reti materiali e immateriali decisiva per quello che sarà il futuro della provincia. In una provincia che ha sempre fatto della capacità e della qualità del suo vivere insieme, dell’associazionismo, del terzo settore, uno dei suoi punti di forza che la pandemia ha indebolito. Dovremmo provare a ricostruirlo con la partecipazione dei cittadini e continuando a tenere largo il campo delle nostre alleanze. Abbiamo rimesso al centro della nostra militanza la partecipazione fisica e il rischio di poter incontrare fischi e riluttanze. Questa è stata una grande soddisfazione. Perché io non mi sono ricandido perché si è vinto, ancor meno perché ho vinto. Perché nessuno vince da solo e a volte purtroppo capiterà che perderemo nonostante ci sembrerà di avere fatto il massimo. Mi sono candidato perché in tantissime persone ho visto la volontà di provare, con spirito di servizio e senso del dovere, a continuare a cambiare insieme il partito e di lottare per trasformare il mondo nel quale viviamo. E renderlo più equo, più giusto, più a misura di persona».

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