Un simbolo in meno per De Pascale: i “civici” di FutuRa rinunciano: «Troppe liste»

Il gruppo che univa i partiti di Calenda, Bonino e Pizzarotti prosegue solo come associazione e non si presenterà alle Amministrative

Futura Civici Ravenna

La presentazione pubblica di Futura

Ci sarà una lista in meno rispetto a quelle previste nella (comunque molto ampia) coalizione del centrosinistra a sostegno del sindaco uscente Michele de Pascale alle prossime elezioni amministrative di ottobre.

Il gruppo FutuRa – composto da Azione (il partito fondato da Carlo Calenda), Insieme per Cambiare (lista in coalizione cinque anni fa dell’imprenditore Poggiali, con l’ex assessore Guerrieri tra i promotori), Italia in Comune (il movimento di Pizzarotti che vede come responsabile locale l’ex grillino Pietro Vandini)  e +Europa (il partito di Emma Bonino) – annuncia infatti di aver deciso di non presentare una lista alle elezioni, ma di voler continuare il lavoro sotto forma di associazione. «È una scelta forte per uscire da un panorama che appare fitto di opportunità elettorali ma, per ora, povero di dibattito reale e strategico sul futuro della città e del territorio ravennate», si legge nella nota inviata alla stampa.

L’obiettivo è quello di «continuare a stimolare un dibattito di merito sui grandi temi di Ravenna, utilizzando metodo scientifico e competenze disponibili» e di «favorire l’unità di un’area politico-programmatica più ampia di noi (riformista, liberale, laica, radicale) in grado di offrire una nuova prospettiva dialogante ma realmente autonoma; fino a costruire una rinnovata proposta politica per la città».

«Il nostro obiettivo, va detto, forse era troppo ambizioso per le nostre forze – scrivono i promotori del gruppo – poiché, fin dall’inizio, abbiamo dovuto scontrarci con spinte di autoconservazione politica che hanno portato molti, legittimamente, in altre direzioni. Per noi fare politica rimane una scelta volontaria in cui ci si muove allo scopo di dare un contributo per provare ad alzare il livello della discussione».

«Oggi – termina la nota – possiamo dire che non siamo riusciti in uno degli obiettivi che avevamo fissato: unire tante realtà all’interno di un contenitore civico che lavorasse con lo stesso spirito che ci ha accompagnato. Questo avrebbe permesso di non disperdere energie in un caos di liste e candidati ma bensì concentrarle. Avrebbe permesso anche di dare meno importanza alla quantità, e più alla qualità. Ora, invece, ci troviamo con 10 candidati a sindaco e almeno 25 liste d’appoggio: numeri fuori dalla realtà per un territorio come il nostro, il segno della vittoria della tattica sulla strategia. In questo modo, in questa situazione, non ci sentiamo dunque utili come “lista elettorale”, per questo, non saremo della partita in questa forma. Allo stesso tempo vogliamo sgombrare il campo da dubbi in merito al nostro posizionamento culturale e valoriale che rimane sicuramente all’interno dello spazio politico che avevamo scelto e che continuiamo a riconoscere come nostra collocazione naturale».

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