martedì
09 Settembre 2025

Coronavirus: serve un metro tra i clienti e il ristorante toglie dei tavoli

La foto pubblicata su Facebook dal titolare dell’osteria Passatelli: «Continuiamo a vivere: ci si adegua ma non si molla»

87837767 2759646434113434 2478840907462344704 OI locali pubblici si organizzazione per rispettare il decreto del Governo che impone a ristoranti, bar, pub e negozi di garantire almeno un metro di distanza tra un cliente e l’altro per contrastare la diffusione del coronavirus che si trasmette tramite le goccioline di saliva nel respiro. A Ravenna l’osteria Passatelli al Mariani ha tolto alcuni tavoli per aumentare gli spazi: «Ci adeguiamo all’ordinanza – scrive il titolare Maurizio Bucci su Facebook dove pubblica una foto del personale intento a prenderele misure –. Abbiamo tolto alcuni tavoli per ottemperare alle norme imposte. Continuiamo a vivere: ci si adegua ma non si molla». Le disposizioni, come detto, sono previste da un decreto del Consiglio dei ministri. Ma non tutti sembrano prendere la cosa con la stessa attenzione. Basta un giro in alcuni bar della città per trovare clienti ai banconi separati da ben meno di 100 cm. Nella giornata di oggi, 2 marzo, si attende l’esito di un incontro tra il Comune e le istituzioni della cultura per pianificare le eventuali riaperture dei siti culturali.

Spento l’incendio alla Pousada. Sul posto il pm di turno, locale sequestrato – FOTO

Tre ore di intervento dei vigili del fuoco. Solo danni alle cose, non ci sono feriti: il noto ristorante brasiliano era chiuso al pubblico. Indagini dei carabinieri

20200301 1944420È durato poco più di tre ore l’intervento dei vigili del fuoco per spegnere l’incendio divampato nel tardo pomeriggio di oggi, 1 marzo, all’interno del ristorante Pousada di Milano Marittima, locale in stile brasiliano tra i più noti della movida notturna nel centro della località cervese. Sul posto è intervenuta la procura con il pubblico ministero di turno e l’immobile è stato posto sotto sequestro. Nella giornata di domani è previsto il sopralluogo del nucleo investigativo regionale dei pompieri per individuare da dove sono partite le fiamme e raccogliere elementi per determinare le cause. Le indagini sull’episodio sono condotte dai carabinieri della locale compagnia.

Il rogo ha causato solo danni alle cose ma nessun ferito perché nella giornata odierna l’attività era chiusa al pubblico, sempre molto numeroso come testimoniano le foto sulla pagina Facebook del locale riferite alla serata di ieri sera che si è conclusa in piena notte. La struttura non è pericolante: sono andati bruciati arredi e mobilio.

L’allarme al 115 è arrivato alle 18.30 da alcune persone nelle vicinanze. La Pousada si trova infatti in viale Rismondo tra le case, a poca distanza da altri locali. Sui social molti hanno postato foto e video dell’incendio: in alcuni momenti le fiamme sono state molto alte per la combustione di materiali plastici utilizzati per la copertura di alcune parti. I vigili del fuoco sono accorsi con diverse squadre proprio per la particolare posizione dell’immobile.

Incendio al ristorante Pousada: pompieri sul posto con 8 mezzi e 18 uomini

Fiamme nel celebre locale della movida notturna nella località cervese

E0ddea04 3c8d 4af3 84ec 4ef62d2f585eUn incendio è divampato all’interno del ristorante Pousada di Milano Marittima, celebre locale della movida notturna nella località cervese. L’allarme ai vigili del fuoco è arrivato alle 18.30 di oggi, 1 marzo: i pompieri sono intervenuti sul posto con otto automezzi e diciotto uomini dal comando provinciale di Ravenna e dal distaccamento di Cervia. Nella giornata odierna il ristorante era chiuso al pubblico. Sul posto anche un’ambulanza a scopo precauzionale ma non risultano feriti.

Il rogo nel centro della località ha richiamato l’attenzione di molti nei locali circostanti. In alcuni momenti le fiamme sono state particolarmente alte quando hanno raggiunto coperture in plastica, come visibile da alcuni video postati sui social. L’intervento dei pompieri ha permesso di contenere l’incendio. Sul posto è arrivato anche il sindaco di Cervia, Massimo Medri. Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia locale. Dopo circa tre ore di intervento il rogo è stato spento (qui le foto dei danni).

Coronavirus: almeno un metro tra visitatori e clienti di musei e ristoranti

Dal Governo arriva il decreto che sostituisce le ordinanze regionali e vale dal 2 all’8 marzo facendo distinzioni tra zone rosse, regioni più colpite e resto d’Italia. Cinema e teatri ancora chiusi. Il sindaco di Ravenna convoca le istituzioni culturali per le riaperture da martedì 3 marzo

De Pascale Mostra Mar MosaicsCinema e teatri chiusi, musei e complessi monumentali aperti a condizione che vengano assicurate modalità di accesso e fruizione tali da permettere ai visitatori di mantenere una distanza tra loro di almeno un metro. Accorgimento valido anche per ristoranti, bar, pub e attività commerciali. È la sintesi delle misure per il contrasto alla diffusione del coronavirus valide per l’Emilia-Romagna e contenute nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) emanato dal Governo nel pomeriggio di oggi, 1 marzo. Le disposizioni sono in vigore dal 2 all’8 marzo. Ieri era già stata ampiamente comunicata la proroga della chiusura di università, scuole di ogni ordine e grado e asili nido: rispetto all’ordinanza vigente fino ad oggi, il nuovo decreto parla di sospensione e non più di chiusura, rendendo così possibile l’accesso alle scuole per il personale Ata.

Il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, Michele de Pascale, ha convocato per domani mattina una riunione operativa con tutte le istituzioni culturali pubbliche e private della provincia per condividere i provvedimenti da adottare nei musei, monumenti, siti culturali e biblioteche del territorio: «L’obiettivo è riaprire già martedì – fa sapere il primo cittadino –, ovviamente ove sia possibile nel pieno rispetto delle normative».

Tra le novità del decreto, alcune disposizioni specifiche per lo svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub: solo posti a sedere e, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Le attività commerciali diverse da quelle appena menzionate, possono aprire adottando misure organizzative tali da consentire un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone.

Permane la sospensione di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose. L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare sempre la distanza tra loro di almeno un metro.

Per lo sport resta consentito lo svolgimento di eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse. Ai tifosi residenti in nella nostra regione, Lombardia e Veneto e delle province di Pesaro-Urbino e Savona è vietata la trasferta nelle restanti regioni e province.

Il Dpcm viene assunto sentito il Comitato tecnico acientifico (Cts) nazionale, le cui indicazioni seguono l’evolversi della situazione epidemiologica. E considerate le dimensioni sovranazionali del fenomeno e l’interessamento di più ambiti sul territorio nazionale, l’obiettivo è quello di garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea. Oltre all’Istituto superiore di sanità, il Cts è stato potenziato con il coinvolgimento delle Società scientifiche coinvolte per materia sul coronavirus.

Il decreto contiene norme che valgono per i soli Comuni delle zone rosse, altre per tutte le tre le regioni del Nord Italia maggiormente colpite dalla diffusione del virus (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna a cui si aggiungono le province di Pesaro-Urbino e Savona) e altre ancora per l’intero territorio nazionale. Alcune si applicano per la sola provincia di Piacenza – in analogia con la Lombardia – dove si concentra la grande maggioranza dei casi positivi in Emilia-Romagna, a causa della contiguità con l’area del Lodigiano, il focolaio più attivo nel Paese.

Coronavirus, secondo caso in provincia di Ravenna: era già in isolamento volontario

La paziente rientra tra i contatti stretti del primo contagiato, il 21enne di Lugo, ed era monitorata dall’Ausl. Le sue condizioni non sono preoccupanti

Immagini.quotidiano.netIl conteggio dei casi di positività al nuovo coronavirus (Sars-Cov-2) in provincia di Ravenna sale a due. Il nuovo contagio rientra tra i contatti stretti monitorati a seguito del caso già noto, il 21enne sportivo professionista di Lugo. La paziente si trovava già in isolamento volontario domiciliare: secondo i protocolli previsti è stata trasportata in condizioni di sicurezza e in isolamento all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Le sue condizioni non destano preoccupazioni.

Prosegue il monitoraggio per le altre persone che sono rientrate nell’indagine epidemiologica e che si trovano attualmente in isolamento volontario domiciliare. «L’insieme dei controlli e delle misure attivate dall’Ausl e lo stretto raccordo con l’ospedale – si legge in una nota divulgata dalla Provincia – consente di attivare tempestivamente ed efficacemente i protocolli previsti per il nuovo coronavirus a tutela della collettività».

I casi di positività in Emilia-Romagna sono 285 su 1.795 test refertati (in Italia oltre un migliaio i malati). Rimane Piacenza la provincia più colpita, con 174 casi; 59 sono a Parma, 24 a Modena. Ai 5 decessi già avvenuti se ne aggiungono 3: due uomini rispettivamente di 79 e 76 anni, già affetti da diverse patologie, residenti nel parmense e ricoverati in ospedale e un uomo di 74 anni affetto da gravi patologie, residente in provincia di Piacenza e ricoverato in ospedale. La maggioranza delle persone continua a presentare sintomi modesti, 24 non hanno alcun sintomo e 137 – quasi la metà -stanno seguendo il previsto periodo di isolamento a casa, perché non hanno bisogno di cure ospedaliere. Sono invece 13 i pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Coronavirus, il 21enne contagiato dimesso dall’ospedale: resta in isolamento a casa

Il giovane è uno sportivo professionista e il suo quadro clinico non è mai stato grave

Ospedale CorsiaIl 21enne di Lugo contagiato dal nuovo coronavirus, al momento l’unico caso di positività in provincia di Ravenna su 269 in regione, è stato dimesso ieri, 29 febbraio, dall’ospedale di Ravenna e trascorrerà a casa il periodo necessario per la guarigione. Lo si apprende dall’edizione odierna de Il Corriere Romagna. Il quadro clinico del giovane, uno sportivo professionista, non è mai stato grave.

Per evitare la diffusione della malattia, è stata disposta la quarantena per i familiari in casa con il 21enne che abitualmente è domiciliato fuori regione per l’attività sportiva. L’Ausl ritiene che il caso non sia particolarmente preoccupante perché il contagio è avvenuto fuori regione durante una trasferta e il 21enne è rimasto sul territorio ravennate solamente due giorni prima dell’isolamento.

Lo stesso quotidiano locale, così come Il Resto del Carlino, riportano un dato divulgato dal dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl Romagna: in provincia 28 persone si trovano in quarantena sotto sorveglianza attiva nelle loro case. Isolati dai familiari nelle proprie case, misurano la temperatura due volte al giorno e sono contattati quotidianamente dal personale sanitario. Al momento per nessuno di questi è stato disposto il tampone perché i sintomi non sono tali da renderlo opportuno.

Come già detto, salgono a 269 i casi di positività in Emilia-Romagna, su 1.736 test refertati. Rimane Piacenza la provincia più colpita, con 160 casi; 58 sono a Parma, 24 a Modena, 16 a Rimini, 7 a Reggio Emilia, 2 a Bologna, 1 a Ravenna e il primo caso a Forlì-Cesena: si tratta di un uomo di circa 60 anni domiciliato in provincia e ricoverato all’ospedale di Forlì, ma in buone condizioni; per questo paziente sono ancora in corso le indagini epidemiologiche. Ai 4 decessi già avvenuti in regione se ne aggiunge un quinto: un uomo di 79 anni, già affetto da molteplici patologie; era residente in provincia di Piacenza e ricoverato in ospedale.

La maggioranza delle persone continua a presentare sintomi modesti, 22 non hanno alcun sintomo e 130 – quasi la metà -stanno seguendo il previsto periodo di isolamento a casa, perché non hanno bisogno di cure ospedaliere. Passano da 11 a 14 i pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Assaltati tre bancomat nella notte – FOTO

Conselice, Sant’Agata e Lugo: un ufficio postale e due banche a pochi km di distanza fra loro. Si sospetta l’azione della stessa banda

Tre sportelli bancomat nel raggio di pochi chilometri in Bassa Romagna (Conselice, Sant’Agata e Lugo) sono stati assaltati uno dopo l’altro nella notte tra il 29 febbraio e l’1 marzo tutti con la stessa tecnica. L’ipotesi è che sia stata la stessa mano in tutti gli episodi.

I malviventi hanno fatto ricorso alla tecnica della marmotta: si riempie di gas il vano che ospita lo sportello bancomat e poi si innesca l’esplosione che sventra la parte. Gli sportelli colpiti sono quello dell’ufficio postale di Conselice in via Buscaroli, a Sant’Agata sul Santerno la filiale di piazza Umberto I della Cassa di Risparmio di Ravenna e per ultimo a Lugo il Credito Cooperativo di via Fiumazzo.

Scuole chiuse per coronavirus: a rischio gli stipendi dei lavoratori delle coop

Lo stop al mondo dell’istruzione arriva fino all’8 marzo e saranno due settimane intere. Torna d’attualità il tema delle differenze fra dipendenti pubblici e quelli assunti da aziende private in appalti pagati per la prestazione

Chairs Classroom College Desks 289740Tra i provvedimenti più drastici per contrastare la diffusione del coronavirus c’è stata senza dubbio la chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado per una settimana fino all’1 marzo e poi prorogata fino all’8. Una misura straordinaria e, a memoria, senza precedenti. E come ogni volta che le scuole vengono chiuse per causa di forza maggiore si riapre il tema di quei lavoratori che operano nelle scuole ma sono alle dipendenze di cooperative sociali del terzo settore e non che hanno vinto bandi pubblici per prestare i servizi.

«È vero, queste situazioni mettono sempre in mostra la disparità delle situazioni – conferma l’assessora all’Infanzia e all’Istruzione del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali – per quanto ci riguarda siamo disponibili a ragionare per il futuro, ma non possiamo al momento pensare di pagare prestazioni non ricevute perché sarebbe un danno erariale». Le ore degli educatori vengono infatti pagate a fronte del servizio svolto, l’unica conquista ottenuta in questi anni è che vengano pagati i primi tre giorni di assenza per malattia dello studente affidato all’educatore. «Una misura che possiamo immaginare possa applicarsi anche a questo caso», dice Bakkali. «Ma al di là di questo la questione riguarda gli accordi della cooperativa con il lavoratore, che magari prevede recuperi o una diversa organizzazione. Situazione diversa dovrebbe essere per i nidi, dove noi paghiamo a posto bimbo e quindi la chiusura per noi non comporta cambiamenti».

A queste figure legate alla didattica, si aggiunge poi il grande comparto della mensa Camst i cui lavoratori, ci spiega la sindacalista della Filcams Cgil Alessandra Farina, in queste situazioni usano ferie o permessi ma non è escluso che dai tavoli bilaterali su questa emergenza specifica possano arrivare anche soluzioni alternative. E che magari, chissà, potranno riguardare anche altri lavoratori costretti a fermarsi per questa drastica misura sulle scuole.

In ogni caso, questa chiusura di fatto qualche risparmio lo comporterà per il Comune, ma non alla voce stipendi delle maestre sue dipendenti le quali lavorano con un contratto in questo in tutto simile a quello degli insegnanti statali.

Insegnanti che, un po’ come gli allievi, sono chiamati questa volta, almeno in alcuni casi, a un’attività lavorativa almeno parziale attraverso le nuove tecnologie. Sui registri elettronici e sui programmi come Classroom stanno infatti arrivando spunti, compiti, suggerimenti per gli studenti a casa. Certo, resta da sapere quanto questo stia entusiasmando gli studenti che comunque sia ricorderanno queste vacanze extra per molto tempo ancora.

Nuova piscina, c’è un altro progetto: due vasche da 50 metri. Piace alla Federazione

Il presidente regionale della Fin aveva bocciato l’idea di Arco Lavori e ora fa sapere di aver promosso la bozza di un’altra azienda ma non divulga dettagli. Il campione mondiale Scozzoli: «Diventerebbe l’impianto migliore in Italia»

Piscina Comunale Ravenna Big Beta 2Il comitato regionale della Federazione italiana nuoto (Fin) in Emilia-Romagna a fine 2019 ha ricevuto in visione e promosso la bozza di un progetto per rifare la piscina comunale “Gambi” a Ravenna con la realizzazione di due vasche da 50 metri (dieci e otto corsie) in via Falconieri al posto dell’attuale impianto che dispone di una da 50 e una da 25. Si tratta di un altro progetto rispetto a quello del consorzio Arco Lavori che a novembre 2018 ottenne il parere favorevole della giunta comunale ma nell’iter verso il bando di gara si impantanò tra le polemiche e la bocciatura della stessa Fin. Che invece ora promuove con entusiasmo questa nuova ipotesi immaginando un futuro con Ravenna sede di manifestazioni nazionali e internazionali.

Si sa che l’investimento è pensato con la modalità del project financing (come era per quello di Arco) ma al momento non è noto se il progetto sia stato formalmente depositato negli uffici comunali. L’assessore ai Lavori pubblici e allo Sport, Roberto Fagnani, risponde così: «Al momento non siamo in grado di commentare. Abbiamo sempre detto che se ci sono più progetti per noi è un fatto positivo che ci permette di valutare poi il migliore».

Sul progetto non si hanno molti dettagli se non che le due vasche sarebbero realizzate con le più moderne tecnologie: lunghe in realtà 52 metri ognuna con pontili mobili per poterle dividere in vasche da 25 a seconda delle esigenze con la possibilità di modificare la lunghezza anche delle singole corsie. Una delle due vasche avrebbe le caratteristiche per ospitare, almeno a livello teorico, eventi di portata olimpica.

Si sa che il 15 gennaio scorso Pietro Speziali, presidente regionale della federazione, ha inviato alla società proponente l’investimento una lettera protocollata su carta intestata Fin per testimoniare la sua piena promozione di quanto potuto visionare in bozza. «Un design moderno con una luminosità altissima – scrive il dirigente per apprezzare quanto visto –, con minore dispersione energetica, con conseguente ridotto impatto sulle spese di gestione». Speziali si riserva un controllo dei particolari non desumibili dalla bozza ma da quanto gli è stato possibile esaminare si spinge a dire che «l’impianto potrà sicuramente ottenere l’omologazione da parte della federazione per manifestazioni di livello regionale, nazionale e internazionale».

Il contenuto della lettera è stato divulgato da alcuni ex dirigenti della Fin, dall’ex presidente del Csi Nuoto e da alcuni esponenti di società sportive del nuoto in occasione di una conferenza stampa convocata stamani, 29 febbraio. Tutti i presenti hanno tessuto le lodi dell’iniziativa ma hanno scelto di non divulgare altre informazioni: non il nome della società investitrice, non l’ammontare del progetto, non i tempi. In serata Matteo Manca, presidente in carica del Csi, ha diffuso una breve nota: «Le persone intervenute lo hanno fatto a titolo personale utilizzando il nome di Csi Nuoto Ravenna di fronte a terzi ed alla stampa senza avere né titolo né autorizzazione. Valuteremo tutte le azioni da intraprendere ad esclusiva tutela del nome di Csi Nuoto e dei suoi tesserati».

Presente alla conferenza era anche Fabio Scozzoli, nuotatore lughese in forza all’Imola Nuoto e campione mondiale ed europeo. Il 32enne come altri atleti della stessa società bolognese, tra le più importanti in Italia, si allena a Ravenna e definisce «un sogno» la possibilità di avere un nuovo impianto con le caratteristiche abbozzate: «Sarebbe una struttura ancora migliore di quella di Riccione che oggi è la migliore piscina in Italia. Avrebbe un grado di modernità tale da facilitare l’attività sportiva agonistica ai massimi livelli. Credo che una piscina come quella trasformerebbe Ravenna in uno spazio interessante non solo per competizioni ma anche per collegiali di allenamento delle società non solo italiane».

A tifare per questo progetto ci sono molte delle società sportive che oggi si dividono l’acque della “Gambi”. Per alcuni dei dirigenti di queste associazioni il progetto illustrato sommariamente risolverebbe le problematiche di spazio oggi piuttosto pressanti. Ma va anche ricordato che da più parti si lamenta lo scarso stato di salute della struttura in via Falconieri. Lo schieramento a favore del nuovo progetto non può che essere visto anche come un messaggio piccato recapitato dalle società sportive all’amministrazione comunale: «Un anno fa c’è stato un incontro con il sindaco e l’assessore in cui abbiamo potuto esprimere le nostre perplessità solo dopo che la giunta aveva già approvato il progetto di Arco. Da quella riunione non abbiamo più saputo niente, la piscina va avanti con una gestione in proroga a un privato e quando piove cade più acqua dal tetto che quella che abbiamo in vasca».

Coronavirus: cinema e teatri chiusi, musei aperti solo con accessi distanziati

Nuove misure decise dal Governo di Roma. La Regione chiede di estenderle anche alle sale di proiezione e di spettacoli culturali. Restano vietati gli eventi sportivi e di altra natura se non a porte chiuse

Mar Ravenna Museo ArteDal 2 marzo cambiano in parte le disposizioni che regolano l’accesso ai luoghi pubblici del tempo libero e della cultura nell’ambito delle misure per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus: in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto musei, biblioteche, archivi e siti culturali potranno riaprire se in grado di consentire l’accesso ai visitatori mantenendo una distanza minima di sicurezza tra uno e l’altro in modo da evitare assembramenti che invece faciliterebbero la diffusione di un contagio che si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva nel respiro e negli starnuti. Teatri e cinema invece rimangono chiusi. Le disposizioni valgono fino all’8 marzo compreso (già era stata annunciata la sospensione dell’attività negli asili nido, nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università). Resta il divieto per eventi culturali e sportivi non ordinari che prevedano il raduno di persone. Il divieto decade qualora l’appuntamento si tenga a porte chiuse.

Fin qui la decisione generale disposta da Roma. Ma la Regione Emilia-Romagna fa sapere di aver chiesto al Governo, da cui arrivano le nuove disposizioni, di introdurre lo stesso principio della distanza di sicurezza anche per teatri e cinema. Si attende una risposta nelle prossime ore. Le informazioni sono state divulgate da Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità, in una conferenza stampa iniziata alle 17.30 di oggi, 29 febbraio.

Le nuove regolamentazioni sono contenuto in un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che riguarda l’intero territorio nazionale. I provvedimenti sono suddivisi su tre aree: i Comuni all’interno delle Zone rosse (10 in Lombardia e uno in Veneto), le tre Regioni maggiormente interessate: Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna; tutte le altre Regioni. Le misure previste valgono dal 2 all’8 marzo e l’atto governativo viene adottato sentite le Regioni stesse.

A differenza di una settimana fa, non ci c’è quindi una nuova ordinanza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, come quella firmata insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, e valida fino a domenica 1 marzo. Ma, soprattutto, Il Dpcm viene assunto sentito il Comitato Tecnico Scientifico nazionale, da cui derivano le indicazioni contenute.

Crisi coronavirus, le squadre dello sport unite per promuovere il marchio Romagna

Gli assessorati dei Comuni di Rimini, Ravenna e Cesena lanciano l’iniziativa da realizzare appena le formazioni torneranno in campo in giro per l’Italia

Filippo Venturi Www.sports Photography.net Www.filippoventuri.photography
L’esultanza dei giocatori del Ravenna dopo il gol del pareggio

Lo sport di vertice della Romagna fa squadra per ripartire dalla crisi causata dal nuovo coronavirus con disdette e cancellazioni turistiche massicce. Le società sportive impegnate nei campionati nazionali pubblicizzeranno il marchio Visit Romagna in occasione delle prossime sfide che le vedranno impegnate sui campi e nei palazzetti dello Stivale. L’iniziativa viene dagli assessorati allo Sport dei Comuni di Rimini, Cesena e Ravenna per promuovere l’immagine della Romagna in Italia.

Sulle divise, sui led wall, sui materiali promozionali: ognuno a proprio modo, con le possibilità e nelle forme più opportune, potranno veicolare il messaggio di Visit Romagna, «per ricordare come, passata la particolare emergenza che sta rischiando di paralizzare il Paese, ci sia un territorio pronto a regalare sorrisi e serenità».

Le società coninvolte sono Rimini F.C. (Legapro Calcio maschile e Serie B femminile), Volley Club Cesena (serie B maschile e serie B1 femminile), Rinascita Basket Rimini (Serie B Basket), Omag San Giovanni in Mariganano (Volley A2 Femminile); Cesena F.C. (Legapro Calcio), Tigers Cesena (Serie B Basket), Futsal Cesena (Serie B Calcio a 5); Ravenna F.C. 1913 (Legapro Calcio), Basket Ravenna Piero Manetti (Serie A2 Basket), Porto Robur Costa Ravenna (Volley A1), Olimpia Teodora (Volley A2 Femminile), Ravenna Woman (Calcio Serie B), Ravenna Rugby(Rugby Serie C), Ravenna Pallanuoto (Pallanuoto Serie C), Romagna Rugby FC (Rugby Serie A).

Droga nascosta in una siepe per spacciare al parco: 23enne arrestato

Il giovane conservava 90 grammi di marijuana in un sacchetto ma i carabinieri lo tenevano sotto osservazione

IMG 20200228 WA0004Teneva la droga da spacciare nascosta sotto una siepe nei pressi del parco Biancini a Castel Bolognese ma i carabinieri lo tenevano sotto controllo e quando ha preso il sacchetto nei giorni scorsi si è trovato i militari addosso. Un 23enne marocchino già noto alle forze dell’ordine è stato arrestato per spaccio.

I militari dell’Arma stavano monitorando da diverso tempo gli spostamenti del soggetto per capire le reti di conoscenze e le abitudini del soggetto. Quando sono usciti allo scoperto il ragazzo si è dato alla fuga  disfacendosi dell’intero involucro: 90 grammi di marijuana, che al marocchino sarebbe fruttata più di mille euro. La perquisizione domiciliare non ha permesso di rinvenire altro.

Il 23enne è stato arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio  e portato agli arresti domiciliari nell’abitazione di residenza in attesa del rito direttissimo. Il giudice ha convalidato l’arresto e il 23enne ha patteggiato un anno e un mese (pena sospesa) ed è stato condannato al pagamento di una multa da 1.500 euro.

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