Tennis / Nella competizione organizzata con la formula Rodeo il portacolori del Ct Giotto di Arezzo ha sconfitto in finale Bandini del Tc Bagnacavallo
La premiazione del vincitore del Trofeo Lappersid, Riccardo Cecchi
Era il principale favorito e ha tenuto fede sino in fondo a questo ruolo. Riccardo Cecchi, prima testa di serie, ha vinto il torneo Open del Circolo Tennis Dario Zavaglia, il trofeo “Lappersid”, giocato nel fine settimana con la formula Rodeo (37 gli iscritti). Su campi di via Marani il 2.5 del Ct Giotto di Arezzo in semifinale ha superato il giovane 2.7 imolese Enrico Baldisserri (numero 4 del seeding) per 4-2 4-2 e in finale si è sbarazzato con un secco 4-0 4-1 dell’altro 2.5 Mattia Bandini (Tc Bagnacavallo), seconda testa di serie, che in precedenza si era imposto per 3-5 4-2 10/7 sul 2.7 Nicola Filippi, Under 16 forlivese in grande ascesa, accreditato del numero 3 del tabellone.Al termine, le premiazioni sono state effettuate da Enrico Bernardi Crocetti, dirigente del circolo ravennate.
Mercoledì 17 luglio nella discoteca di viale delle Nazioni
L’ex centravanti della nazionale italiana di calcio e, tra le altre, di Inter, Juve e Milan, Christian “Bobo” Vieri, è atteso a Marina di Ravenna mercoledì 17 luglio.
A Ravenna dove è praticamente nato come calciatore (protagonista in maglia giallorossa nel campionato di serie B 1993/94 con 12 reti, che non bastarono però a evitare la retrocessione), Vieri tornerà in veste di deejay, in consolle alla discoteca Matilda, presso lo storico Santa Fè di viale delle Nazioni.
“L’amore per la musica – si legge nella cartella stampa dell’evento – lo accompagna sin da bambino e lo avvicina quasi per gioco al mondo della musica house, sino a divenire una vera e propria passione che decide di sviluppare in un progetto musicale che lo vedrà calcare i palchi delle principali discoteche italiane assieme ad un team di supporto, formato da artisti affermati come Luca Cassani, Lara Caprotti e il trombettista Stefano Serafini”.
Lascia due figli di 11 e 4 anni. Molto noto nel mondo calcistico dilettantistico e recentemente anche tra gli appassionati di padel
Ha scosso in particolare la comunità russiana, dove era cresciuto ed era noto soprattutto come calciatore dilettante, la morte di Enrico Garroni, il 34enne morto al Bufalini di Cesena poche ore dopo il drammatico incidente di venerdì mattina, sulla tangenziale di Forlì, dove viveva da pochi mesi. Nato a Faenza, cresciuto a San Michele e poi a Russi, Garroni è stato salutato in un post su Facebook anche dal circolo ravennate di via Berretti di padel, la disciplina sportiva (un mix tra beach tennis e squash) di cui si era recentemente innamorato e che praticava con assiduità.
Garroni sarà cremato e per l’ultimo addio non è prevista alcuna funzione religiosa: alle 10 di mercoledì 10 luglio un corteo funebre partirà dalla camera mortuaria di Cesena per raggiungere il forno crematorio di Ravenna (il luogo di sepoltura non è stato ancora deciso). In un primo momento avevamo scritto di funerali in programma alla parrocchia di San Mauro in Valle nel Cesenate ma si è trattato di un errore di cui ci scusiamo con familiari e conoscenti.
«È venuto a mancare un amico, uno di quei ragazzi conosciuti sui campi da padel, che ha saputo dal primo giorno farsi amare e apprezzare per il suo sorriso e la sua disponibilità, per il rispetto dentro e fuori dal campo – si legge su Facebook –. Ci si ritrova sui campi da padel come compagni, come amici, e si crea qualcosa di magico che in qualche modo ci lega: oggi è venuto a mancare uno di noi, un amico. Ed è con tristezza che ci stringiamo a tutta la sua famiglia in questo momento di profondo dolore».
Garroni lascia due figli, un maschio di 11 anni e una femmina di 4. il fratello Marco (anche lui noto negli ambienti calcistici della zona) e una sorella gemella.
Sempre sui social sta già prendendo piede l’idea di intitolare a Enrico un torneo o una partita di calcio o calcetto.
Distaccamento temporaneo per due mesi: nella prima settimana di luglio controllate 2.600 persone e compiuti 12 arresti
Per i mesi di luglio e agosto il comando dei carabinieri di Ravenna avrà a disposizione 50 militari in più per incrementare la vigilanza, specialmente lungo la fascia costiera. I rinforzi, resi disponibili dai vertici dell’Arma, sono già stati impiegati durante la Notte Rosa.
Nella prima settimana di luglio, nel complesso, i controlli hanno riguardato oltre 2.600 persone e 1.890 veicoli, concretizzandosi con 12 arresti, di cui 4 per furto, 4 per fatti di violenza, 3 per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e 1 per evasione dagli arresti domiciliari, con molteplici denunce a piede libero, fra cui 3 per guida in stato di ebbrezza, 1 per ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, 1 per lesioni, 2 per inosservanza di obblighi e divieti imposti e 3 per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, nonché con svariate segnalazioni alla Prefettura per uso di stupefacenti.
Il potenziamento delle forse servirà soprattutto per il litorale ma l’Arma assicura che continuerà l’impegno dei carabinieri anche nei centri più piccoli e distanti dal mare.
L’Agenzia regionale di Protezione Civile e da Arpae Emilia Romagna ha emesso una nuova allerta gialla (numero 64) per l’arrivo di temporali, valida nel territorio del Comune di Ravenna dalla mezzanotte di oggi, domenica 7 luglio, alla mezzanotte di domani, lunedì 8. Come di consuento si raccomanda ai cittadini di mettere in atto tutte le precauzioni per la possibilità di pioggie anche intense, grandine e venti forti. Per i dettagli si può consultare il sito specifico della Regione Emilia Romagna.
In tanti al trekking urbano organizzato da Trail Romagna, anche nel ricordo dell’associata ravennate che ha perso la vita durante un’escursione in Abruzzo
Si sono presententati all’alba in più di mille (provenienti da tutta la Romagna) i runner e camminatori che hanno animato l’edizione 2019 dell’urban trail “Ravenna Città d’Acqua”.
Un record di partecipazione per la corsa che ha attraversato gli spazi verdi e ricchi di storia della città, sui tre percorsi: 16 km, 7 km e camminata guidata di 5 km fra le antichità ravennati.
L’acqua zampillante che bagnava camminatori e trail runner al parco Teodorico è stata l’ultima delle sorprese regalate dalla manifestazione organizzata da Trail Romagna, in compartecipazione con il Comune di Ravenna che ha aperto straordinariamente alcuni luoghi per molti sconosciuti, legati alla storia di Ravenna: il molino Lovatelli, gli orti Siboni, la cittadella della Rocca Brancaleone e soprattutto il tracciato delle antiche mura cittadine.
Sul versante sportivo da segnalare i runner più veloci: per gli uomini, Alessandro Montanari (Atletica Mameli) e per le donne Claudia Benini (Endas Cesena) che hanno coperto i 16 chilometri del percoprso principale, rispettivamente in 1:03′:25″ e 1.12’25”.
Tuttavia, l’evento festoso ha avuto anche un risvolto commovente e di cordoglio, nella dedica espressa dagli organizzatori a Sandra “Sandrina” Zanchini, l’associata a Trail Romagna tragicamente scomparsa dopo essere stata colpita alla testa da un sasso nel corso di una escursione a Fara San Martino in Abruzzo, e le cui esequie si sono tenute proprio ieri i città. Molti partecipanti hanno intrapreso la corsa nel ricordo di Sandrina, che aveva partecipato all’urban trail fin dalle prime edizioni.
La Procura di Ravenna ha aperto un’inchiesta sul possibile inquinamento della valle e le eventuali responsabilità dell’ente portuale
Sviluppi nell’indagine aperta recentemente dalla Procura di Ravenna sul relitto della Berkan B, la motonave semiaffondta in ormeggio su di una banchina della piallassa Piomboni di Ravenna.
I giudici hanno «disposto una perquisizione negli uffici dell’Autorità Portuale della città, alla ricerca di documenti utili all’indagine sull’affondamento parziale del relitto della motonave Berkan B, da tempo ormeggiato nel canale Piomboni – si legge in una nota dell’agenzia Ansa di Bologna –. Contestualmente sempre nelle ultime ore, come riporta il quotidiano “Il Resto del Carlino,” gli inquirenti hanno prelevato varie carcasse di gabbiani morti dall’area di ormeggio del relitto, in vista di analisi all’istituto zooprofilattico. Il relitto era stato sequestrato d’urgenza mercoledì scorso dopo una relazione della Capitaneria di Porto secondo cui c’è un possibile pericolo per le condizioni ambientali. Quattro le persone indagate, che in settimana verranno sentite in Procura: presidente, segretario generale e dirigente tecnico di Autorità Portuale, che devono rispondere di inquinamento, abuso e omissione di atti d’ufficio, e il proprietario dello scafo».
Va anche sottolineato che nella stessa area valliva dei Piomboni sono ormeggiati altri tre rottami di motonavi che attendono di essere smantellate e rimosse
Lo segnalano l’Agenzia regionale di protezione civile e Arpae Emilia Romagna, valutando un codice giallo
Una domenica a rischio di temporali. L’allerta meteo scatta dalla mezzanotte di stasera per tutta la giornata festiva. Lo segnala dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia Romagna, valutando un codice giallo. Per i dettagli di questo bollettino numero 63 è possibile consultare sul portale Allerta meteo Emilia Romagna e anche attraverso twitter (@AllertaMeteoRER).
Come di consueto si raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia e della grandine o suscettibili di essere danneggiati; prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati.
All’alba, parapiglia in mezzo alla folla di Marina di Ravenna fra un giovane di origini macedoni e gli agenti che sono riusciti a bloccarlo
All’alba di stamane, sabato 6 luglio, al termine del servizio di vigilanza per la “Notte Rosa”, una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Marina di Ravenna ha notato un giovane, in evidente stato di alterazione, che con calci e trattoni riusciva a scardinare la catena con cui era assicurata una bici. Immediatamente rincorso dai militari, il ragazzo in sella alla bici trafugata ha tentato di fuggire spintonando e cercando di divincolarsi dalla presa degli agenti che però sono riusciti a placcarlo in mezzo alla folla. La bicicletta è stata restituita al propietario e il ladro, identificato come un 22enne di origini macedoni, è stato arrestato con l’accusa di furto e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il Giudice del Tribunale di Ravenna, con la convalida del provvedimento, gli ha imposto la misura cautelare dell’obbligo di firma in un ufficio di Polizia.
Vela / Il portacolori del Circolo Velico Ravennate è giunto al terzo posto nella competizione continentale disputata in Francia. «Sono indeciso se continuare o no in questa imbarcazione. L’anno prossimo c’è il mondiale proprio in Italia…»
A destra il ravennate Lorenzo Pezzilli, sul terzo gradino del podio europeo Optimist
Si è concluso da pochi giorni il campionato europeo Optimist di Crozon-Morgat in Bretagna, Francia, manifestazione rivelatasi molto positiva per la flotta italiana che è tornata a casa con diverse medaglie al collo dei giovani atleti. Federica Contardi (Tognazzi Marine Village) si è imposta al vertice nella classifica femminile, mentre Alessandro Cortese (CV Crotone) si è affermato come vincitore nella classifica maschile. Lorenzo Pezzilli, portacolori del Circolo Velico Ravennate, ha conquistato il bronzo europeo per il secondo anno consecutivo: un risultato eccellente, come confermano le parole del direttore sportivo del CVR, Carlo Mazzini: «Questo è un risultato che rinnova la consapevolezza che nel DNA di Ravenna c’è sempre più spazio per la vela. Lorenzo è stato bravissimo a gestire le energie fisiche, mentali e il riposo, ma soprattutto a coniugare l’attività scolastica con quella sportiva. Quest’ultimo aspetto è fondamentale e devo sottolineare che l’istituto “Guido Novello” rappresentato dal dirigente scolastico, il professor Zinno, ha permesso di raggiungere l’obiettivo sportivo e scolastico al contempo. Ora bisogna girare pagina con la solita umiltà e partire per i futuri traguardi, tra cui la notizia arrivata da poco della convocazione per l’Europeo a squadre di fine agosto».
Lorenzo, sei rientrato alla base solo da poche ore: quali sono le tue sensazioni su questa medaglia di bronzo? «Un podio è sempre motivo d’orgoglio e quando si riesce a raggiungerlo in una manifestazione di calibro internazionale diciamo che la felicità raddoppia. Sono fiero delle mie performance perché era tutt’altro che un campionato “su misura” per me, con condizioni che generalmente non amo molto: il vento era leggero, rafficato e bucato, con molta corrente, e io solitamente preferisco condizioni di vento più forte ma magari anche più stabile. Peccato per uno scivolone nell’ultima prova della serie, che sicuramente mi avrebbe permesso di salire magari su un gradino più in alto sul podio. Diciamo che in un certo senso questo terzo posto, per quanto l’ho faticato, vale doppio».
A oggi hai già all’attivo diversi anni di esperienza nella Classe Optimist: hai visto la flotta crescere in questo periodo? «Assolutamente, il livello della flotta si sta alzando tantissimo, così come stanno anche crescendo i numeri. Per spiegarlo in breve, basti pensare che all’Europeo 2018 in Olanda eravamo divisi in due batterie, qui la flotta era così numerosa che ci hanno dovuto dividere in tre gruppi per permettere un ottimale svolgimento delle regate».
Programmi per l’estate? «Ho già ripreso gli allenamenti, con gli eventi di punta che saranno la Coppa AICO a Ravenna e il Campionato Italiano a squadre, che quest’anno per noi si giocherà in casa, in quanto verrà ospitato proprio dal Circolo Velico Ravennate. Non saranno le uniche regate della stagione da qui a ora, ma sicuramente quelle su cui ripongo più aspettative».
Il 2019 potrebbe essere il tuo ultimo anno in Optimist: un anno fa ci eravamo lasciati dicendo che eri orientato verso un’imbarcazione doppia per proseguire la tua carriera. A distanza di un anno, quali sono le prospettive? «L’indecisione è ancora tanta. Sono ancora orientato a un’imbarcazione doppia come il 29er, ma ci sto ancora pensando perché il progetto è ancora in fase di sviluppo. Anagraficamente, potrei rimanere un altro anno in Optimist: è una decisione importante da prendere e c’è un evento che mi attrae particolarmente. Proprio nel 2020, infatti, il Campionato del Mondo Optimist si terrà in Italia, nel campo di regata di Riva del Garda in particolare, dove in questi anni mi è capitato di fare tante regate e allenamenti. Riuscire a salire su un podio mondiale in acque italiane sarebbe per me la realizzazione di un sogno, dopo tanti anni a bordo dell’Optimist».
A Cruzon-Morgat la squadra italiana ha fatto scintille: com’è sfidarsi in acqua con quelli che sono i tuoi compagni di squadra? «È una bellissima esperienza, ma conciliare l’amicizia con gli aspetti competitivi tipici dell’agonismo non sempre è facile. A terra siamo compagni di squadra, ma in acqua siamo tutti avversari: la mattina ci svegliamo nella stessa camera d’albergo, dopo qualche ora cerchiamo di arrivare alla boa con il miglior piazzamento possibile. È un equilibrio sottile, sicuramente c’è più affetto che agonismo puro nei confronti dei propri compagni».
Oltre alla vela, sei uno studente modello, appena uscito con 10 all’esame di terza media: come fai a conciliare studio e agonismo? «È sicuramente una bella sfida e bisogna essere molto organizzati: essere organizzato bene ti permette di fare molto, ma poi serve tanta forza di volontà per affrontare studio e allenamenti. Per me si è rivelato molto utile talvolta rinunciare a qualche allenamento, ma dare il massimo tutte le volte che scendevo in acqua, così come studiare in tutti i momenti liberi, sempre concentrato al massimo. Un grazie va a tutti i miei professori della scuola media Guido Novello che mi hanno supportato in questo percorso, così come a tutto il Circolo Velico Ravennate, dai soci, agli allenatori, ai compagni di squadra, che hanno sempre fatto il tifo per me, in tutti gli eventi e in questo campionato europeo in particolare».
“Il drago di Romagna” è una docu-fiction su come le tessere sono entrate nel dna della città ma anche sul rapporto con la comunità cinese. Ne parla il regista Gerardo Lamattina
«Quel suono tictoc-tictoc mentre si mescolano le tessere sul tavolo è caratteristico, per molti romagnoli è un ricordo rassicurante dell’infanzia quando si addormentavano mentre i genitori giocavano, per me che sono campano è stata una scoperta che mi ha affascinato».
Gerardo Lamattina è rimasto stregato dal mah-jong – e’ magiò in Romagna – una quindicina di anni fa e ora da quella suggestione lasciata riposare in un cassetto delle idee il regista originario di Pertosa (Salerno) ne ha tirato fuori un un film.
Un po’ documentario e un po’ fiction per raccontare come mai un gioco cinese sia così dentro al tessuto di Ravenna. Le riprese sono iniziate il 30 giugno all’agriturismo La Valletta di Sant’Alberto con i tavoli da gioco nell’acqua della piscina e proseguiranno fino a metà mese in varie parti della città e della periferia, addirittura anche al porto tra i container sul piazzale della Sapir.
Riprese del fim sul mah-Jong “Il drago di Romagna”
Da dove nasce l’idea del film?
«Ho visto questo gioco per la prima volta una quindicina di anni fa portando mia figlia dai nonni in un bagno al mare. Trovai bambini che sciamavano mentre nonni e genitori erano assatanati ai tavoli in questo gioco. Mi colpì l’ibridazione cinese-romagnola e nacque un’idea di poter fare qualcosa ma poi tutto rimase lì. Un paio di anni fa ne ho parlato con un’amica produttrice e l’idea le è piaciuta così ci siamo messi in moto».
Da quel giorno al mare ha imparato a giocare?
«Mi hanno insegnato ma non sono molto appassionato di giochi da tavolo. Il mio interesse principale è la socializzazione attraverso il gioco, questo gioco così fisico nel modo di mescolare».
Qual è la storia?
«Una donna ravennate appassionata di mah-jong decide di scoprire la storia di questo gioco e coinvolge la figlia e il nipote in questa avventura».
Quali sono i tempi della produzione?
«Entro metà mese dovremmo concludere le riprese poi passeremo al montaggio. In questi quindici giorni gireremo a Ravenna anche il finale ma stiamo lavorando per riuscire a girarne uno alternativo in Cina in autunno. Vedremo poi quale utilizzare. L’uscita ufficiale sarà a febbraio 2020 per il Capodanno cinese nel circuito delle sale in cinque o sei città in Italia, su un canale di pay-tv italiana e su una piattaforma streaming dell’Asia».
Il regista Gerardo Lamattina sul set del film
Non è solo un film e non è solo sul mah-jong…
«Abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding per sostenere le spese dell’opera e quindi portiamo avanti una serie di eventi in varie parti d’Italia collegati al film. Non è solo sul gioco perché è diventato lo spunto per raccontare la comunità cinese nel nostro contesto, sfatare i luoghi comuni dei cinesi che non si divertono o che hanno solo ristoranti. Abbiamo incontrato cinesi di seconda e terza generazione che hanno studiato, che hanno imprese, che hanno vite inserite nel nostro ambiente. Mi piace indagare le ibridazioni, del resto il film stesso è un ibrido: nasce come documentario ma ha una parte di fiction».
Vi siete avventurati nel mondo dei magionisti. Cosa avete trovato?
«Abbiamo gettato un sasso nello stagno e risvegliato molti che non giocavano da tempo. Ma abbiamo trovato anche tanti che lo vivono e lo giocano con una ritualità molto rigida e severa: mosse veloci e in silenzio. Ecco perché ho in mente di organizzare qualche appuntamento in cui si possa giocare senza troppa serietà ma solo per passatempo».
Il cast è composto da attori non professionisti. Com’è stata la selezione?
«Abbiamo programmato un casting di un giorno ma è venuta talmente tanta gente che abbiamo continuato anche il giorno dopo. In tutto avremo incontrato trecento persone e ne abbiamo selezionate una trentina tra cui le 4 protagoniste, poi ci sono tutte le comparse. È incredibile la varietà di personaggi che abbiamo incontrato, alcuni è difficile capire se siano reali o siano già in un film. C’è quello che si è presentato come il Guru, c’è uno che ha le tessere tatuate sulla mano…».
Avete trovato il campione vero?
«Per la verità ne ho incontrato più di uno che mi ha detto di essere il più forte, non so a chi credere…».
Canottaggio / Il portacolori della Canottieri si è fermato agli ottavi di finale della Henley Royal Regatta che dal 1839 si disputa sulle acque del Tamigi. «Incredibile la spinta da parte del pubblico»
Nicola Catenelli il primo a sinistra della sua imbarcazione alla Henley Royal Regatta
Nicola Catenelli potrà dire di avere gareggiato davanti alla Royal Family: è il primo ravennate a prendere parte alla più antica regata di canottaggio del mondo, patrocinata dalla Regina del Regno Unito. L’atleta della Canottieri Ravenna ha infatti preso parte alla Henley Royal Regatta, che si svolge annualmente dal 1839 (tranne che durante le due guerre mondiali) sulle acque del Tamigi nel tratto di fiume che bagna la città di Henley-on-Thames. Tre le particolarità della regata: la lunghezza di un miglio e 550 yards (2112 metri) invece dei classici 2000 metri; il formato di gara a eliminazione diretta; il dress code. con tutti i partecipanti e gli spettatori che devono presentarsi al campo di gara in giacca e cravatta, in pieno stile British.
Nicola Catenelli con la divisa del London Rowing Club
Più precisamente, Catenelli ha partecipato alla Wyfold Challenge Cup, riservata ai quattro senza. Lo ha fatto con i colori del London Rowing Club, prestigioso sodalizio della capitale inglese. Il ravenante era il capovoga dell’equipaggio completato da Louron Pratt al numero due, il neozelandese Angus Shotter al tre e il vicecapitano del club, Matt Reeder, come prodiere. Nelle eliminatorie di mercoledì 3 luglio la barca dell’atleta della Canottieri ha vinto per pochi centimetri sconfiggendo il club neozelandese del Aramoho Whanganui. Il percorso di Catenelli si è però fermato agli ottavi di finale, disputati giovedì 4 luglio, dove è arrivata la sconfitta per per mano dei norvegesi del NSR Norske Studenters Rokclub Oslo.
Al di là del risultato, una regata da raccontare per un raggiante Catenelli: «La cosa che mi ha colpito di più? Il pubblico. Migliaia di persone vestite per le grandi occasioni ci hanno sostenuto per tutti i 2112 metri del percorso. Un’esperienza incredibile che consiglio a tutti».