sabato
20 Settembre 2025

Gatti rinchiusi tra oggetti accumulati: «E i servizi sociali cos’hanno fatto?»

Gli animali sono stati liberati quest’estate ma l’Enpa vuole chiarezza da parte del Comune. «In passato altri sono morti di stenti in quella casa»

Gatti In Gabbia (2)
Uno dei gatti liberati

Nove gatti sono stati liberati questa estate dal nucleo di guardie eco-zoofile dell’Oipa di Ravenna, in coordinamento con la polizia municipale, dall’abitazione dove vivevano reclusi e in pessime condizioni igienico sanitarie. Un’abitazione di proprietà di una cosiddetta “accumulatrice seriale”, in una casa piena di cose ammassate una sull’altra.

I gatti vivevano reclusi, costretti a giacere tra le proprie feci, sporcizia e appunto oggetti accumulati da anni dalla proprietaria, già nosta da tempo ai servizi sociali.

Un caso tornato in questi giorni d’attualità grazie alla segnalazione del consigliere Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, nella veste di presidente della commissione Diritti degli animali, che chiede ai servizi sociali di rispondere a una lettera di Enpa, con una sorta di resoconto di quanto fatto in questi anni per evitare che animali venissero maltrattati da parte della donna in questione. Secondo Enpa, infatti, l’accumulatrice sarebbe già stata al centro di vicende «che hanno visto soffrire e morire di stenti e di maltrattamenti di vario genere un elevatissimo numero di animali appartenenti a varie specie». Enpa, in una lettera inviata ancor prima del salvataggio dei nove gatti, chiedeva un intervento delle istituzioni: «Non si può ciclicamente intervenire quando i danni sono già stati compiuti. Non siamo disposti a tollerare che gli enti pubblici persistano in una condotta che ci appare scollegata, superficiale ed omissiva”».

Finora – rivela Ancisi – a Enpa ha risposto solo il servizio Veterinario dell’Ausl comunicando, il 1° agosto, che i gatti in possesso della persona erano stati allontanati e che stava valutando se emettere a suo carico una diffida alla detenzione di animali.

«Non hanno invece risposto i Servizi sociali del Comune, a cui la persona è in carico da decenni, conoscendola bene», ricorda Ancisi che annuncia un’interrogazione al sindaco per ottenere una risposta alla lettera di Enpa, e quindi una sorta di rendiconto dei Servizi sociali «su quanto da loro fatto, in questi ultimi sei lustri»”.

Da Ravenna in piazza a Roma con una bandiera della Lega fatta con 3mila Swarovski

La storica militante Clara Agnoletti sta facendo parlare di sé: «Li ho attaccati a mano uno a uno…»

C.destra: In Piazza Bandiera Lega Con 3mila Swarovski
Clara Agnoletti in piazza a Roma con la bandiera in Swarovski della Lega – foto Ansa

Sta facendo velocemente il giro del web la storica militante leghista ravennate, Clara Agnoletti, alla manifestazione del centrodestra di Roma con una bandiera della Lega realizzata utilizzando tremila Swarovski.

La donna – scrivono l’Ansa e i principali quotidiani nazionali – ha mostrato la sua creazione in piazza dove ha esibito anche la mantellina e la borsa, con il simbolo della Lega, fatti sempre con paillettes di Swarovski.

«Li ho attaccati a mano uno ad uno – ha spiegato ai giornalisti – per far vedere che ci siamo anche noi, dalla Romagna, con tanta passione a amore perché ci vuole una pazienza infinita a cucire a mano tutti gli Swarovski».

La festa dei volontari della Pubblica Assistenza di Ravenna: «Siamo fondamentali»

Benedetta una nuova ambulanza e consegnati gli attestati di benemerenza

Festa Pubblica Assistenza
L’intervento delle presidenti durante la festa

“Volontari in festa” a Ravenna. Si è rinnovato (sabato 19 ottobre nella sede di via Meucci) l’appuntamento annuale di Pubblica Assistenza con tutti i suoi volontari, alla presenza, di autorità militari, civili e religiose.

La festa è iniziata con i saluti della presidente Angela Gulminelli, che ha ringraziato i volontari «per il lavoro che quotidianamente svolgono per prestare aiuto alla cittadinanza in difficoltà». È poi intervenuta la presidente regionale Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Miriam Ducci che ha ribadito quanto sia fondamentale la presenza di Pubblica Assistenza nel territorio.

Volontari FestaDurante la mattinata don Alberto Brunelli ha benedetto una nuova ambulanza da poco entrata a far parte del parco mezzi dell’associazione e sono stati consegnati gli attestati di Benemerenza ai volontari per gli anni di attività da loro svolta. «Benemerenza – ha sottolineato la Presidente – che va ben oltre la semplice consegna di un attestato ma è la dimostrazione di un impegno che ha sottratto al volontario tempo, per sé e per i propri affetti, per donarlo a chi in quel momento si è trovato in una situazione di difficolta».

Nel frattempo è stato presentato nei giorni scorsi il corso per volontari Trasporto che inizierà mercoledì 23 ottobre alle 20.30 (info: 0544 400888).

Massa Lombarda, quasi ultimati i lavori nell’area dell’antico mulino

A breve l’inaugurazione del complesso che ospiterà negozi e un murales dell’artista Elisa Fiori

Il Sopralluogo Con Giovanni Cataldo Ed Elisa Fiori
Elisa Fiori e Giovanni Cataldo durante il sopralluogo

Sono quasi giunti al termine i lavori di riqualificazione dell’area dove sorgeva l’antico mulino di Massa Lombarda: il complesso e i negozi che vi saranno inseriti verranno infatti prossimamente inaugurati.

Nei giorni scorsi l’architetto Giovanni Cataldo ha effettuato un sopralluogo sul posto per verificare lo stato degli interventi: «Il ricordo del mulino e della via dell’acqua che lo attraversava, pensata oggi con una pavimentazione che ne ricorda il movimento sinuoso, appartengono alla memoria dell’intera comunità e testimoniano la nostra appartenenza al luogo – spiega l’architetto Giovanni Cataldo -. Nell’affrontare il tema del vecchio mulino, ci siamo subito accorti che d’originale non era rimasto quasi nulla e che si trattava di una sommatoria di ricostruzioni parziali, fatte di cemento, amianto e legname tarlato. L’intero complesso dava l’opportunità di modificare la sagoma progettuale e proporre una diversa relazione con la città antica».

Un lungo muro rosso, architettonicamente integrato con la piazza adiacente, ripropone l’antica dimensione della facciata del vecchio mulino con l’arco ribassato dove una volta passava l’acqua del canale. La parte d’edificio sopra il canale che si spingeva fino alla strada invece non è stata ricostruita, per consentire il transito pedonale e l’unione di due parti del paese da sempre separate.
La nuova facciata si arricchisce di un murales commissionato dalla proprietà dell’area e realizzato nei mesi scorsi dall’artista Elisa Fiori, divenuta in seguito assessore alla Cultura del Comune di Massa Lombarda. Il disegno ritrae tre ragazze con un cesto di frutta sulla testa: due di queste prendono ispirazione da un manifesto del 1927 sulla lavorazione della frutta, mentre la terza, con le sembianze di un robot, rappresenta l’innovazione tecnologica.

Famiglie, alla scoperta dei luoghi “giocabili” della città di Ravenna

Il Ludo orienteering tra parchi e piazze nel pomeriggio di domenica

Giardini Speyer
Un’iniziativa per bambini ai giardini Speyer

Nella Convenzione dei diritti dell’infanzia/adolescenza di cui ricorre il trentennale è affermato all’articolo 31 il diritto al gioco che nel ravennate viene declinato in particolare nel Progetto della “Festa del diritto al gioco di Ravenna e forese” che si svolge nel terzo week end di ottobre.

In particolare oggi, domenica 20 ottobre, alle 14.30 e fino alle 18.30 si svolgerà l’iniziativa “Ludo Orienteering” per le famiglie alla scoperta di luoghi “giocabili” della città in collaborazione con diverse realtà del territorio che si occupano di diritti per l’infanzia. Nei vari luoghi della città ci saranno attività di gioco proposte da operatori e volontari e si potranno raccogliere i gettoni per il baratto di prodotti per bambini che si terrà a Cittattiva a partire dalle 17 dove ci sarà anche una merenda con prodotti equosolidali.

Tra i luoghi inseriti nella mappa che viene fornita ai partecipanti ci sono il Darsena Pop up, piazza San Francesco, piazzetta Unità d’Italia, piazza Marsala, il teatro Rasi  ma anche due angoli forse meno noti del centro storico come il Giardino Bucci e il Parco Giovanni Amadesi, oltre ovviamente ai Giardini Speyer, dove ha sede Cittattiva. Per informazioni www.dirittoalgioco.it.

Piazza Kennedy cambia volto con le “vele” del Fellini: «Così la valorizziamo»

Lavori in corso per il dehor del locale. «Investiamo per noi e per la città, i monumenti verranno esaltati dall’illuminazione»

Pietropaolo Romagnoli Fellini
Pietropaolo con l’architetto Romagnoli al cantiere del nuovo dehor

Nuovo volto per piazza Kennedy, la tanto discussa (almeno fino all’inaugurazione di inizio 2017) nuova piazza pedonale del centro storico di Ravenna, che si appresta ad accogliere quello che sarà una sorta di vero e proprio restyling del palazzo del Mutilato.

Rendering Dehor Fellini
Il dehor del progetto

Si tratta del nuovo dehor (ossia una struttura esterna) del Fellini Scalinocinque, il locale che storicamente si affaccia sulla piazza e che ha deciso di rilanciare l’investimento una volta archiviate le difficoltà dei due anni per cui si era protratto il cantiere (a partire dal 2015) che ha cambiato completamente volto a quello che era il più frequentato parcheggio del centro di Ravenna.

Un investimento di circa 60-70mila euro per «arredare la piazza, per il resto oggettivamente un po’ spoglia…», sorride il titolare del Fellini Giuseppe Pietropaolo, che ci mostra il cantiere a una settimana dall’inaugurazione, rendering in mano, insieme all’architetto Giuseppe Romagnoli. «I primi schizzi sono del 2016…», ricordano i due. Quasi quattro anni dopo, al termine anche di una serie di passaggi burocratici inevitabili, con il coinvolgimento della Soprintendenza ai Beni Culturali, il sogno è diventato realtà. «Si tratta di un progetto forse unico in Italia – dicono ancora i due –, dove quasi tutto è stato fatto a mano, con l’obiettivo di mettere in risalto e valorizzare il palazzo del Mutilato e le opere di arte contemporanea di Nicola Carrino, finora lasciate a se stesse e sconosciute alla maggior parte dei ravennati, utilizzate più che altro per fare acrobazie dai bambini (si tratta dei parallelepipedi in acciaio vicino alle scalinate del Palazzo, ndr)».

La facciata della Casa del Mutilato e le opere di Carrino, infatti, verranno esaltate secondo le intenzioni dei progettisti da faretti pensati appositamente, così come quelli che illumineranno le vetrate del dehor, realizzato per il resto del tutto in legno, con un’ottantina di coperti a disposizione (il Fellini punterà ancora di più sulla ristorazione, anche per la pausa pranzo) e una grande vela e tre ombrelloni a dare alla piazza l’ombra che, nei mesi più caldi, in tanti cercano. Compresi i turisti, «che in questi ultimi tempi stanno aumentando».

Fellini Dehor Pietropaolo«Noi – continua Pietropalo, protagonista dell’investimento insieme ai soci Massimo Caminati e Gennaro Ferrara, subentrato a Erika Buratti – siamo aperti tutti i giorni, sette giorni su sette, dalle 11 del mattino alle 3 di notte, per motivi commerciali, certo, ma anche perché non sopporto vedere locali chiusi in una piazza di una città d’arte. Questo nuovo progetto è proprio a disposizione della città, per eventi, da organizzare in collaborazione con il Comune o altre realtà del territorio». I primi sono già in programma: il 24 ottobre l’inaugurazione, poi, durante l’ultima giornata di Giovinbacco, il 27, una sfilata che si potrà ammirare dal nuovo dehor («la parte sopraelevata l’abbiamo immaginata proprio come una terrazza con vista sulla piazza», dice l’architetto, ndr), mentre il Fellini organizzerà con il suo nuovo volto esterno anche un evento speciale per Halloween, il 31 ottobre (sfilata e dj-set a tema).

“Storie di Ravenna” che passione: al via un nuovo ciclo al teatro Rasi

Ne parla Giovanni Gardini, curatore dell’inedita rassegna assieme a Luparini, Dadina e Argnani

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La scena essenziale del palco del Rasi

Si rinnova lunedì 21 ottobre con una prima puntata, sempre sul palcoscenico del teatro Rasi, il secondo ciclo di incontri “Storie di Ravenna”, reduce da una straordinaria quanto inattesa partecipazione di pubblico lo scorso anno. Programmata, con appuntamenti nel tardo pomeriggio, a latere della stagione teatrale, la rassegna è una sorta di essenziale messa in scena, fra narrazioni e immagini proiettate su uno schermo, di episodi e personaggi della storia millenaria ma anche recente della città. Anche quest’anno sono previsti sei incontri (il lunedì con inizio alle 18) fino a marzo 2020.

IL PROGRAMMA COMPLETO

Del successo dell’iniziativa e della nuova serie di incontri ne parliamo con uno degli ideatori e protagonisti, lo studioso d’arte Giovanni Gardini.

«Le “Storie di Ravenna” sono nate in modo molto spontaneo, quasi per caso, durante alcune conversazioni con Alessandro Argnani delle Albe che era rimasto colpito, diceva lui, dal tono teatrale di certi miei interventi pubblici – esordisce Gardini –. In seguito, Argnani aveva trovato un po’ la stessa caratteristica anche nel modo di raccontare di Alessandro Luparini (storico e direttore della Biblioteca Oriani di Ravenna, ndr), così quella che era solo una suggestione ha iniziato a condensarsi in un progetto: un dialogo a più voci con testimonianze visuali su alcuni snodi significativi della storia cittadina, come l’anno scorso sono stati ad esempio l’epoca di Teodorico, o la Battaglia di Ravenna, o le vicende del primissimo dopoguerra col referendum Monarchia Repubblica. Altro protagonista fondamentale di queste storie è la voce recitante di Luigi Dadina, che in scena integra il racconto delle vicende con testimonianze letterarie, biografiche, epistolari… L’idea era quella di riprodurre in teatro lo spirito del trebbo, come i fulestar che la sera nelle case di campagna intrattenevano coi loro racconti, a volte favolosi, la comunità dei contadini. E dove spesso si condivideva anche il cibo, come poi abbiamo ricreato anche noi con le proposte gastronomiche organizzate a fine di ogni incontro dai cuochi di CheftoChef».

Come avete scelto i temi da svolgere?
«Inizialmente io dovevo occuparmi più che altro della parte iconografica e Luparini di quella storica, poi nel preparare le prime sei puntate dello scorso anno ci siamo più semplicemente divisi i compiti per attitudine personale, io mi sono occupato di episodi e personaggi della storia antica su cui erano incentrati i primi tre incontri, mentre Luparini si è dedicato a temi più moderni che hanno caratterizzato la triade finale. In modo analogo ci siamo suddivisi i compiti anche per questi nuovi sei incontri che spaziano da Da Galla Placidia a Pietro Crisologo fino all’imperatore Giustiniano e all’arcivescovo Massimiano; da Andrea Agnello e il suo Liber Pontificalis alla settimana rossa del giugno 1914; dalla marcia su Ravenna del settembre 1921, alla battaglia delle valli e la liberazione di Ravenna».

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Giovanni Gardini

La messa in scena degli incontri è particolarmente fluida e ritmata, chi la cura?
«La regia, se così vogliano chiamarla, di ogni “storia” è di Alessandro Argnani, ma per dare suggerimenti su modi e tempi del raccontare si sono impegnati anche altri attori delle Albe come Alessandro Renda e Roberto Magnani».

Poi ad arricchire la scena del racconto oltre a te e Luparini compaiono anche altri narratori…
«Sì, l’anno scorso fin dalle prime battute abbiamo pensato di invitare altre persone, competenti sul tema da svolgere, a intervenire, come Elisa Emaldi del Museo Nazionale, Alessandro Bazzocchi, poi Cristina Carile… Insomma questa teatralizzazione ci ha preso la mano e abbiamo voluto ampliare la coralità del racconto. Sarà così anche quest’anno».

Ma vi aspettavatate così tanto pubblico?
«No certamente, l’anno scorso peraltro l’avevamo pensata come una sperimentazione, magari da aggiustare in corso d’opera. Invece… Per la prima puntata sapevamo che erano interessate una cinquantina di persone, invece abbiamo iniziato con un quarto d’ora di ritardo perché in biglietteria si era fatta una lunga fila che nessuno di noi aveva previsto, e che ha riempito buona parte della platea del Rasi. E così la rassegna è andata in crescendo, al punto che per l’incontro dedicato alla Battaglia di Ravenna, c’era talmente tanto pubblico che è stata aperta per l’occasione anche la galleria. Un successo inimmaginabile, vista l’ora pomeridiana e anche il fatto che per entrare si paga un biglietto, seppure minimale».

Quale potrebbe essere il segreto di questo successo?
«Delle belle storie, una squadra affiatata, appassionata, e credo la messa in scena dei racconti su un tema, con il ritmo avvincente dell’entrata e uscita dei narratori intrecciata alle immagini sullo schermo. E, infine e soprattutto, una certa curiosità, non sempre soddisfatta, dei ravennati a scoprire e riscopre la propria città, in fondo anche le proprie radici, da cui nasce proprio un pubblico molto fedele a questi appuntamenti».

La novità di questa seconda edizione?
«La replica degli incontri del lunedì pomeriggio, il martedì mattina per insegnanti e studenti delle scuole superiori cittadine».

Porto Robur Costa, Bonitta tuttofare:«Squadra giovane, ma di qualità»

La Consar inizia la nona stagione in massima serie. In panchina il 56enne Bonitta, anche direttore sportivo e tecnico

Robur In Piazza
La presentazione in piazza

È tutto pronto per l’inizio della nona avventura consecutiva nella massima serie di pallavolo maschile del Porto Robur Costa, in questi anni diventato uno dei punti fissi di una Superlega che si preannuncia sempre più spettacolare. Le luci del Pala De André si accenderanno domenica 20 ottobre (alle 18 al Pala De André) per l’attesissimo esordio dei giallorossi, che se la vedranno con una delle big del torneo, la quotata Itas Trentino.

Come ormai è tradizione la squadra ravennate si presenta ai blocchi di partenza molto rinnovata: salutato il libero Goi, colonna portante della seconda linea dal 2013, sono approdati in Romagna tanti giovani, da Cavuto e Cortesia fino a Stefani e al bizantino doc (figlio d’arte) Recine, passando per gli stranieri Vernon-Evans, Grozdanov, Batak e Alonso. Tutti Under 22, come i confermati Marchini e Lavia, a cui si aggiungono gli esperti Saitta, Ter Horst, Kovacic e Bortolozzo, per una rosa che ha come età media 23 anni.

La novità più importante, però, è rappresentata dal ritorno in panchina di Marco Bonitta, che tolti i panni di direttore generale si rimette la tuta di allenatore, rituffandosi sul campo.

Bonitta, cosa è successo questa estate?
«Dopo tre anni molto intensi il mio contratto era in scadenza e in più si sono verificate delle situazioni particolari. Sono davvero contento per l’esperienza da dirigente, durante la quale ho commesso anche qualche errore, ma che nel complesso ritengo in gran parte positiva».

Quali erano le situazioni particolari?
«Negli ultimi mesi si sono modificati degli equilibri all’interno della società, con la dirigenza che aveva bisogno di una figura che unisse sia il ruolo di allenatore, sia quello di direttore sportivo. Quando ho ricevuto la proposta, dopo che Graziosi ha chiuso il suo rapporto con il club, ho sentito che c’era qualcosa che stava tornando dentro di me. Era la voglia di scendere ancora in campo e a quel punto ho accettato».

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A destra Marco Bonitta, 56 anni, a sinistra Veniero Rosetti, presidente del Consar che sponsorizza il Porto Robur Costa. L’allenatore di Ravenna in carriera ha vinto due campionati italiani (97-98 e 98-99) e due Coppe Campioni (98-99, 99-00)?con la Foppapedretti Bergamo

Come è stato il ritorno in palestra?
«Sono molto contento e motivato, mi sto appassionando di nuovo a un lavoro, quello di allenatore, che è in continua evoluzione e che quindi necessita di continui aggiornamenti. È una cosa molto stimolante».

È soddisfatto della rosa a disposizione?
«Sì, tanto, anche se come si è visto in alcune amichevoli manca di un pizzico di esperienza. È normale che sia così, in quanto la maggior parte dei giocatori è di giovane età. In più dalla scorsa stagione sono rimasti solo Saitta, Marchini e Lavia, quest’ultimo per tutta l’estate in nazionale. I ragazzi sono arrivati a Ravenna alla spicciolata e quindi è ancora in corso quel processo di amalgama che si crea quando ci si allena tutti assieme. Noi però non ci lamentiamo e cerchiamo di fare le cose al meglio».

Che Consar vedremo in campo?
«Voglio una squadra che lotta dalla prima all’ultima giornata con il coltello tra i denti, contro qualsiasi avversario. Nella passata stagione alcune gare sono state disputate in modo troppo arrendevole e farò di tutto per evitare questo. Dovremo giocare sempre a testa alta e a viso aperto».

Qual è l’obiettivo principale?
«Partiamo con un profilo basso, senza porci traguardi a lungo termine. Dovremo pensare a una gara alla volta, cercando di esprimere la nostra miglior pallavolo. Per riuscirci sarà necessario eliminare, o anche solo nascondere, i nostri difetti di esperienza. Alla fine del girone di andata vedremo dove possiamo arrivare».

Vi aspetta un campionato molto intenso, con 24 gare nel breve spazio di cinque mesi. Rispetto all’anno scorso le squadre partecipanti sono calate da 14 a 13, ma le retrocessioni in A2 restano due. Come giudica questa Superlega?
«È un torneo che è cresciuto in modo ulteriore, grazie all’arrivo e al ritorno di alcuni fuoriclasse. Avremo subito un impatto duro, in quanto al debutto ce la vedremo in casa con Trento. Noi dovremo essere in grado di lottare contro qualsiasi avversario, con un atteggiamento che vedo già presente nel nostro Dna. Tutti i rivali per noi saranno uguali e non ci potremo mai permettere di mollare».

Che effetto le farà sedersi di nuovo in panchina al Pala De André?
«Penso che sarà una bella emozione. La gente di Ravenna ci sta già premiando, aderendo in modo importante alla nostra campagna abbonamenti. Abbiamo superato senza grandi difficoltà il muro delle mille tessere, a dimostrazione che nella nostra città c’è una base molto solida di amanti della pallavolo. Attorno a noi avverto un bel fermento e mi aspetto il solito pubblico appassionato, che speriamo di far divertire il più possibile».

Figlio di Salvini su moto d’acqua della polizia, la procura chiede l’archiviazione

“Per tenuità del fatto”. Si tratta del fascicolo relativo ai tre agenti della scorta dell’ex premier

Figlio Salvini Moto Acqua PoliziaLa Procura della Repubblica di Ravenna ha chiesto di archiviare, “per tenuità del fatto”, il fascicolo relativo ai tre agenti della scorta di Matteo Salvini che hanno cercato di impedire al giornalista di Repubblica Valerio Lo Muzio di riprendere il figlio dell’allora ministro dell’Interno su una moto d’acqua della polizia a Milano Marittima.

Il fatto risale al 30 luglio quando Salvini era in vacanza in riviera insieme al figlio.

Il video pubblicato da Repubblica, che provocò notevole dibattito, faceva vedere agenti della polizia in moto d’acqua con il figlio di Salvini. Ma la questione sulla quale la procura concentrò soprattutto la sua attenzione fu il tentativo di impedire al giornalista di fare le riprese. È per questa vicenda che si chiede l’archiviazione.

Lo Muzio e i suoi legali stanno valutando se opporsi o meno alle richiesta della procura ravennate. (Ansa.it)

86enne danneggia un’auto in manovra e poi scappa investendo il proprietario

È successo a Faenza. L’anziano poi rintracciato e denunciato dai vigili

Anziano Guida AutoPrima ha danneggiato un’altra auto durante una manovra di parcheggio, poi, non volendo fornire i propri dati alla controparte, se ne è andato, investendo il proprietario della vettura danneggiata con cui aveva appena litigato e che si era messo in mezzo alla strada per evitare che se ne andasse.

Protagonista dell’episodio, avvenuto in piazza Oriani a Faenza davanti a diversi testimoni attoniti, un anziano faentino di 86 anni.

L’uomo è stato poi rintracciato, identificato e denunciato dagli agenti della polizia locale, intervenuti sul posto.

L’altro protagonista della vicenda ha riportato lesioni ritenute guaribili in 5 giorni.

Agricoltori preoccupati: «Lupi sempre più in basso, le reti elettriche non bastano»

Si avvicinano a case  e alle strade. La Cia: «Serve una soluzione»

Lupo O Cane PastorePochi giorni fa all’azienda agricola Mordini di Riolo Terme il cane da guardia è stato sgozzato nel cortile. L’azienda da qualche anno non ha più capi d’allevamento: ha subìto diversi attacchi da lupi e non ha più ricostituito il patrimonio zootecnico.

Marco Bandini, di Castel Bolognese, sempre pochi giorni fa, ha visto un lupo aggirarsi nel suo vigneto: «Sono a quattro chilometri dalla via Emilia, non in montagna. Questo fatto non mi ha lasciato tranquillo. Non sono sceso dal trattore. Andiamo anche di notte nei campi e quanto sta accadendo è un deterrente».

Stefania Malavolti, di Casola Valsenio, con un gregge di 120 capi fra pecore e capre e otto ettari di superfice dedicata a pascolo, ne ha visti diversi di lupi e anche aggirarsi intorno a casa.

Sono testimonianze raccolte da Cia-Agricoltori Italiani Romagna che continua a chiedere una soluzione al problema.

Si torna, infatti, a parlare di lupi e lupi ibridi (o cani ibridi) a ridosso di strade e case, oltre che di allevamenti. Si tratta di una specie protetta e non è possibile attivare misure di contenimento. «Il problema però c’è – ribadisce Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – e sembra sempre maggiore. Gli agricoltori chiedono allora di trovare altre soluzioni per il controllo della popolazione».

Gli agricoltori segnalano una sempre più frequente presenza di lupi a ridosso delle abitazioni e delle strade, a livelli sempre più bassi, fino a valle. Probabilmente oggi per i lupi è più semplice dirigersi verso un gregge in un recinto, che rincorrere caprioli o cinghiali nel bosco. “La grande preoccupazione degli agricoltori per gli animali degli allevamenti (pecore, capre, anatre, germani, per fare solo alcuni esempi) sta iniziando – scrive in una nota la Cia – ad affiancarsi a quella per la sicurezza delle persone, anche se il lupo, di norma, non dovrebbe attaccare l’uomo».

Nelle Alpi la presenza del lupo dal 2015 al 2018 è quasi triplicata. Per la popolazione appenninica manca una stima formale basata su un programma nazionale di censimento del lupo e, stimata attraverso un metodo deduttivo, sembra sia la stessa del 2015 cioè 1.580 esemplari.

«Resta il fatto – continua la nota – che gli agricoltori fra cani da guardia e reti elettriche comunque non riescono a difendere i propri animali. L’economia agricola delle zone collinari e montane è fortemente caratterizzata dall’attività zootecnica, senza la quale questi territori rischiano seriamente di essere nel tempo inesorabilmente abbandonati, con tutte le conseguenze negative ambientali, economiche (turismo compreso) e sociali che ne deriverebbero».

Secondo Cia Romagna va prevista, come contenuto nella Direttiva Habitat e come riconosciuto in tutti i paesi europei, “la possibilità di poter attivare misure di controllo della popolazione dei lupi nel caso di rischi per la salute pubblica e per prevenire i seri danni alle attività agricole e zootecniche”.

Gli allevatori devono applicare un regolamento relativo al rispetto del benessere animale che indica, fra le altre cose, che gli animali dovrebbero pascolare fuori dai recinti per sei mesi all’anno. «È giusto – sostiene la Malavolti – Ora qui non è più possibile. Noi non lavoriamo per ottenere il rimborso per danni da lupi. Reti elettriche, cani da guardia, non riescono a proteggere gli allevamenti. I miei otto ettari di pascolo, ultimamente, non li utilizzo più tutti e sempre. Le greggi pascolano in una parte, in quella che possiamo controllare mentre ci dedichiamo anche alle altre attività dell’azienda».

La minaccia non è solo per gli allevamenti più consistenti, ma anche per quegli agricoltori ormai in pensione che tengono quattro o cinque pecore o capre, non per il reddito che ne deriva, ma perché in tal modo, pascolando, gli animali tengono puliti terreni che diversamente rimarrebbero incolti.

Sessanta auto d’epoca in centro a Ravenna per una giornata

Auto Officina Ferrarese EpocaIl club Officina Ferrarese di auto d’epoca ha scelto Ravenna per il suo raduno sociale d’autunno.

Domenica 20 ottobre circa 60 auto dagli anni ’40 agli anni ’80 (Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Mercedes, MG, Porsche) arriveranno alle 11 in piazza Mameli.

«Sarà l’occasione per poter ammirare – afferma il vicesindaco Eugenio Fusignani che accoglierà la carovana –  tanti modelli che hanno fatto la storia delle case automobilistiche. Questa visita conferma l’attrattività della nostra città, meta frequente per l’automotorismo storico, in termini turistici e di accoglienza. Ringraziamo il presidente del club ferrarese Riccardo Zavatti e il suo staff per aver scelto nuovamente Ravenna dopo pochi anni dal loro precedente raduno».

Insieme al vicesindaco ci sarà anche Flavio Mingozzi e alcuni volontari che hanno collaborato con l’Amministrazione comunale nell’organizzazione della Mille Miglia.

I partecipanti hanno in programma la visita ad alcuni monumenti e chiese del centro e ripartiranno verso le 16-17 per ritornare a Ferrara.

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