«24 contagiati e 7 morti in una comunità per anziani autorizzata per 16 posti»

La denuncia di Lista per Ravenna che accusa la nuova gestione di irregolarità e Ausl e Comune di mancata sorveglianza

Pranzo Di Pasqua 2020 Al Giglio D'Oro.

Il pranzo di Pasqua al Giglio d’Oro

Alvaro Ancisi e Massimo Fico di Lista per Ravenna in una nota inviata alla stampa denunciano quanto accaduto durante il lockdown alla comunità alloggio per anziani il Giglio d’Oro di Ravenna, rivelando che sarebbero 7 – e non 5 come finora comunicato ufficialmente – gli ospiti morti in seguito a complicanze dovute al Covid 19.

Ecco la ricostruzione dei fatti secondo Lista per Ravenna, che sottolinea come la comunità (chiusa dal 25 aprile) sia stata riaperta «nel silenzio» lo scorso 27 luglio.

«La Comunità Alloggio in questione – si legge nella nota firmata da Ancisi e Fico – può ospitare al massimo 16 anziani. Il focolaio di Covid si è manifestato il 10 aprile, quando uno degli ospiti è stato ricoverato in ospedale. Segnalato però solo il 13 all’Ausl, giorno di Pasquetta, questa ha immediatamente effettuato i tamponi ai 13 operatori e ai 19 ospiti della struttura (3 più del lecito, secondo Lista per Ravenna, ndr). Dall’esito dei tamponi, sono risultati infetti dal Covid 3 operatori, tra i quali la titolare dell’attività e sua madre (operatore socio-sanitario della struttura), subito isolati, e 5 ospiti, trasferiti in ospedale. Solo quel lunedì stesso e il mercoledì successivo l’Ausl ha però fornito alla struttura tutte le protezioni individuali indicate nei documenti regionali e aziendali in vigore: schermi facciali, filtri FFPP2, mascherine chirurgiche, gel, camici repellenti, cuffie, tute e calzari. Il danno era però presumibilmente già fatto, perché, dopo i test effettuati in seguito, la malattia è risultata estesa a 17 dei 19 anziani ospiti del Giglio d’Oro allo scoppio del focolaio, compreso il primo caso venuto in luce prima di Pasqua. Tutti sono stati progressivamente ricoverati presso presidi di Comunità (Cervia) od ospedalieri (Ravenna e Lugo). Il 25 aprile l’Ausl ha dunque sospeso il funzionamento della struttura, trasferendo le sole 3 ospiti non infettate presso la Casa di Residenza Anziani (Cra) Baccarini di Russi, struttura pubblica. A tutt’oggi gli anziani deceduti sono dunque 7. Alla data del 2 luglio gli operatori infettati erano diventati 7 (compresi la titolare e i genitori)».

Segnalazioni sulla gestione della Comunità Alloggio in questione, da quando, quest’anno, è subentrata la nuova attuale gestione, sarebbero state rivolte ai carabinieri di Ravenna il 24 gennaio, alla Polizia comunale il 6 febbraio, alla Procura della Repubblica il 13 febbraio, alla Guardia di Finanza il 27 febbraio e varie volte al sindaco di Ravenna a partire dal 6 febbraio. Sopralluoghi sulla struttura effettuati congiuntamente dall’Ausl e dalla Polizia comunale, «il cui esito è stato comunicato al competente servizio del Comune di Ravenna il 21 febbraio», vi avrebbero accertato le seguenti irregolarità: «erano  presenti – continua la nota di Lista per Ravenna – in regime residenziale 19 anziani, rispetto ai 16 autorizzati; al piano terra e nel sottotetto dell’edificio erano state arredate due camere a quattro posti letto e una camera a tre posti difformemente dalla normativa che consente solo l’utilizzo di camere singole e doppie. Di qui la diffida fatta dal Comune il 24 febbraio perché il gestore eliminasse entro 15 giorni queste violazioni. Nessuno deve avere controllato alcunché perché il 13 aprile di Pasquetta, quando l’Ausl è dovuta intervenire sul posto, chiamata dalla struttura stessa a causa del focolaio Covid insorto tre giorni prima, gli anziani ricoverati erano ancora 19, verosimilmente nelle stesse camere da letto più affollate del dovuto».

«Il Giglio d’Oro – continua la denuncia di Ancisi e Fico –, al pari delle altre strutture socio-sanitarie per anziani e disabili, ha ricevuto dall’Ausl comunicazioni scritte contenenti le indicazioni per la prevenzione dei contagi dal Covid e le disposizioni normative vigenti allo scopo, comprese le procedure aziendali, nelle tre giornate del 13 e 25 marzo e dell’11 aprile, vigilia della Pasqua. Nondimeno, un video inviato dalla struttura ai parenti degli ospiti con la registrazione del pranzo di festa avvenutovi la Pasqua stessa ha mostrato gli anziani affollati nella stessa stanza, seduti in tavoli da 4 o 5, mentre due operatrici giravano tra loro, una con la mascherina abbassata sul mento, l’altra sprovvista (vedi foto, ndr). Due giorni dopo, l’esito dei tamponi ha attestato che il virus aveva già contagiato 3 operatori e 5 anziani. Dopo altri 11 giorni, la struttura è stata chiusa».

Lista per Ravenna annuncia quindi che manderà alla procura la documentazione raccolta nell’ambito dell’indagine in corso ormai da mesi e che secondo Ancisi e Fico potrebbe dimostrare responsabilità anche della pubblica amministrazione.

«Sul piano strettamente politico – termina la nota –, dobbiamo invece raccogliere la domanda che sale dal basso: com’è possibile che, dopo quanto è successo, quella Comunità Alloggio abbia potuto riaprire con la stessa titolarità e che ai piani alti della pubblica amministrazione nessuno si metta almeno in discussione o che addirittura (in primis il sindaco) non esprimano un’opinione, un giudizio o un’intenzione degni di ascolto? Ci pare evidente che sia deficitario al riguardo il sistema normativo che disciplina una materia così delicata qual è l’assistenza residenziale degli anziani, a livello di codici e leggi e di regolamento comunale».

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